Decisioni del Consiglio Supremo per la Difesa
La sicurezza nella regione e la capacità della Romania di far fronte alle sfide sono stati i principali aspetti analizzati ieri alla riunione del Consiglio Supremo per la Difesa del Paese, la prima convocata dall’inizio del mandato del presidente Klaus Iohannis. I membri del Consiglio hanno esaminato principalmente il conflitto nell’Ucraina confinante e i suoi effetti nella regione e hanno riconfermato gli impegni assunti dalla Romania nell’ambito dei partenariati strategici. D’altra parte, sono stati notati i progressi registrati negli stati dei Balcani Occidentali per quanto riguarda l’iter europeo e si è giunto alla conclusione che questa regione debba essere inserita in una visione d’insieme che rafforzi il ruolo strategico della Romania nella zona. Inoltre il Consiglio Supremo per la Difesa del Paese ha stabilito che la decisione di aumentare il budget stanziato alla Difesa fino al 2% del PIL entro il 2017 garantirà il rinvigorimento dei programmi più importanti relativi alla dotazione dell’esercito e sarà un’opportunità per l’industria della difesa.
Corina Cristea, 04.03.2015, 13:32
La sicurezza nella regione e la capacità della Romania di far fronte alle sfide sono stati i principali aspetti analizzati ieri alla riunione del Consiglio Supremo per la Difesa del Paese, la prima convocata dall’inizio del mandato del presidente Klaus Iohannis. I membri del Consiglio hanno esaminato principalmente il conflitto nell’Ucraina confinante e i suoi effetti nella regione e hanno riconfermato gli impegni assunti dalla Romania nell’ambito dei partenariati strategici. D’altra parte, sono stati notati i progressi registrati negli stati dei Balcani Occidentali per quanto riguarda l’iter europeo e si è giunto alla conclusione che questa regione debba essere inserita in una visione d’insieme che rafforzi il ruolo strategico della Romania nella zona. Inoltre il Consiglio Supremo per la Difesa del Paese ha stabilito che la decisione di aumentare il budget stanziato alla Difesa fino al 2% del PIL entro il 2017 garantirà il rinvigorimento dei programmi più importanti relativi alla dotazione dell’esercito e sarà un’opportunità per l’industria della difesa.
La riunione del Consiglio Supremo per la Difesa del Paese si è svolta durante la visita a Bucarest del direttore FBI, James Comey. La lotta alla corruzione e la sicurezza cibernetica sono le principali priorità della collaborazione tra il Servizio Romeno di Informazioni e il Federal Bureau of Investigation, istituzioni che hanno anche un partenariato, concretizzato negli ultimi anni in scambi volti alla formazione di specialisti, ma anche in operazioni congiunte. Il direttore dell’intelligence romena, Eduard Hellvig, ha spiegato che nel contesto delle crisi nella regione, il consolidamento dello stato di diritto è ancora più importante, come anche il contrasto di attività che indeboliscono lo stato dall’interno, soprattutto della corruzione:
Lo spazio cibernetico diventa sempre più importante per quanto riguarda la sicurezza, sia se parliamo di reati commessi online, sia di cyber-terrorismo o spionaggio cibernetico. Per poter far fronte all’avanzo accelerato delle tecnologie di comunicazione dovremo assicurarci che abbiamo le risorse umane, tecniche e non in ultimo legali per poter portare a compimento la nostra missione.”
La lotta alle minacce non si potrà svolgere solo all’interno di un Paese, ma si estende anche oltre confine, ha aggiunto il direttore dell’FBI:
Lavoriamo insieme ai colleghi romeni per portare di fronte alla giustizia delinquenti importanti nel settore cibernetico che hanno commesso frodi nei confronti di migliaia di persone di tutto il mondo. Collaboriamo anche in indagini di controinformazioni all’estero e abbiamo un costante scambio di informazioni e dati utili nella lotta al terrorismo, alla corruzione e alla criminalità organizzata transnazionale.”
Dal 2013, l’FBI offre ad alcuni ufficiali romeni stage di preparazione per negoziati in situazioni di crisi, per attività di mantenimento dell’ordine pubblico e per il disinnesco di ordigni esplosivi artigianali, ma anche per fermare il traffico di materiali nucleari e radiologici.
(traduzione di Gabriela Petre)