Franco svizzero: Romania ancora in cerca di soluzioni
Le autorità di Bucarest stanno ancora cercando delle soluzioni alla crisi del franco svizzero. La decisione di rinunciare alla soglia minima della quotazione del franco nei confronti dell’euro, presa a gennaio dalla Banca svizzera, ha leso oltre 75.000 romeni che hanno preso dei mutui in questa moneta. I crediti in franchi svizzeri sono entrati sul mercato interno nel 2005 e sono stati concessi fino al 2008, quando la maggioranza delle banche hanno rinunciato a questi prestiti. Attirati dalla stabilità del franco svizzero, ma soprattutto dagli interessi bassi rispetto ad altre valute, i romeni avevano optato allora per prestiti in questa moneta. Ora, hanno constatato che le rate che devono rimborsare sono aumentate, in seguito al forte apprezzamento della moneta svizzera.
Mihai Pelin, 04.02.2015, 11:29
Le autorità di Bucarest stanno ancora cercando delle soluzioni alla crisi del franco svizzero. La decisione di rinunciare alla soglia minima della quotazione del franco nei confronti dell’euro, presa a gennaio dalla Banca svizzera, ha leso oltre 75.000 romeni che hanno preso dei mutui in questa moneta. I crediti in franchi svizzeri sono entrati sul mercato interno nel 2005 e sono stati concessi fino al 2008, quando la maggioranza delle banche hanno rinunciato a questi prestiti. Attirati dalla stabilità del franco svizzero, ma soprattutto dagli interessi bassi rispetto ad altre valute, i romeni avevano optato allora per prestiti in questa moneta. Ora, hanno constatato che le rate che devono rimborsare sono aumentate, in seguito al forte apprezzamento della moneta svizzera.
In questi giorni, anche i parlamentari sono in cerca di soluzioni per risolvere il problema. La commissione bilancio-finanze ha ripreso il dibattito sui mutui nelle monete di altri stati. 131 parlamentari hanno già abbozzato un ddl volto a proteggere i consumatori dalla crescita delle rate bancarie provocata dalle fluttuazioni del tasso di cambio. La deputata socialdemocratica Ana Birchall, iniziatore della legge, propone che il peso fiscale sia condiviso tra cliente e banca per tutti i mutui in moneta straniera, e non solo per i franchi svizzeri.
La deputata ha precisato che una modifica degli attuali provvedimenti va messa in sintonia con la specifica direttiva europea entro marzo 2016. Nel corso dei dibattiti, i rappresentanti del Ministero delle Finanze, della Tutela del consumatore e delle banche commerciali hanno proposto varie misure per la conversione.
Ion Dragulin, direttore per stabilità finanziaria alla Banca Centrale, appoggia l’agevolazione dei rimborsi dei mutui sulle vie disponibili, ma non tramite una regolamentazione amministrativa del tasso di cambio. “La Banca Centrale è favorevole a una soluzione in cui le due parti, le banche e i clienti, discutano per ogni singolo caso, poichè le situazioni sono molto diverse, e trovino delle soluzioni in grado di ridurre il costo dei servizi del debito”, ha detto Ion Dragulin.
Però i rappresentanti della Tutela del consumatore hanno lamentato il fatto che nessun operatore finanziario-bancario ha dimostrato apertura per la soluzione del problema. I colloqui continueranno la prossima settimana anche con i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale e con la dirigenza esecutiva della Banca Centrale, dopo di che la commissione potrà sottoporre al voto il rapporto finale per la proposta legislativa. I mutui in franchi sono apparsi nel 1990 in Austria e Germania, essendo molto diffusi perchè hanno avuto i più bassi interessi. Un rapporto della Banca Centrale svizzera del 2009 indicava tra i Paesi in cui sono stati concessi dei mutui in franchi svizzeri anche Polonia, Ungheria, Danimarca, Croazia, Svezia, Norvegia, Slovenia, R.Ceca, Lituania, Estonia, Lettonia, Gran Bretagna e Bulgaria.