Politica: dibattiti su modifica legislazione elettorale
A quasi tre mesi dai problemi di organizzazione nei seggi all’estero delle presidenziali dello scorso novembre, in seguito ai quali molti elettori romeni non sono riusciti a votare, la questione permane sull’agenda pubblica. I vincitore dello scrutinio, Klaus Iohannis, propone, adesso, da presidente, una legislazione elettorale più semplice che agevoli il processo di votazione, soprattutto nei seggi all’estero. La modifica del sistema di votazione si è trovata sull’agenda delle consultazioni tra il capo dello stato e i rappresentanti di tutti i partiti parlamentari. Tra l’altro, il presidente ha proposto un calendario di adozione della legislazione elettorale, cosicchè sia adottata entro la fine della nuova sessione parlamentare.
Florentin Căpitănescu, 29.01.2015, 13:00
A quasi tre mesi dai problemi di organizzazione nei seggi all’estero delle presidenziali dello scorso novembre, in seguito ai quali molti elettori romeni non sono riusciti a votare, la questione permane sull’agenda pubblica. I vincitore dello scrutinio, Klaus Iohannis, propone, adesso, da presidente, una legislazione elettorale più semplice che agevoli il processo di votazione, soprattutto nei seggi all’estero. La modifica del sistema di votazione si è trovata sull’agenda delle consultazioni tra il capo dello stato e i rappresentanti di tutti i partiti parlamentari. Tra l’altro, il presidente ha proposto un calendario di adozione della legislazione elettorale, cosicchè sia adottata entro la fine della nuova sessione parlamentare.
“Entro la fine della prima sessione parlamentare abbiamo convenuto di avere una soluzione legislativa per assicurare il voto dei romeni all’estero, la legislazione sulle elezioni locali e politiche, la legislazione sui partiti e quella sul loro finanziamento e sulle campagne elettorali”, ha spiegato Iohannis.
La legislazione va migliorata, cosicchè i romeni all’estero possano esercitare il diritto di voto in ottime condizioni. Lo hanno affermato, all’unisono, i rappresentanti dei partiti. Le proposte formulate vanno però in diverse direzioni. Il principale partito della coalizione di sinistra al governo, il Partito Socialdemocratico, ha proposto per la voce del suo leader, Victor Ponta, che l’Autorità Elettorale Permanente organizzi anche le elezioni all’estero. L’idea è stata abbracciata anche dal Partito Conservatore, partner al governo, e dalle minoranze nazionali. D’altra parte, il Partito Nazional-liberale, all’opposizione, si pronuncia, nel caso delle elezioni all’estero, per l’introduzione del voto per corrispondenza.
“Noi siamo costanti e riteniamo che i cittadini romeni, ovunque si trovassero nel giorno della votazione, debbano poter votare. Perciò, sosteniamo il voto per corrispondenza”, ha precisato il co-leader del Partito Nazional-Liberale, Vasile Blaga.
Il voto per corrispondenza per i romeni all’estero è gradito anche dal Partito del Popolo-Dan Diaconescu (all’opposizione, populista), che, nel suo tipico stile, ha anche due iniziative esotiche — il voto d’obbligo e la concessione del diritto di votare a partire dai 16 anni. Proprio in quanto non un anno elettorale, il 2015 — commentano gli analisti — è adatto per un dibattito serio sulla legislazione elettorale, che dovrebbe generare soluzioni a favore dei votanti, sia nel Paese, che all’estero. Perchè, per troppo tempo, la legislazione è stata concepita per soddisfare gli interessi dei partiti, e non per spianare, come sarebbe normale, la strada degli aventi diritto verso i seggi elettorali.
(traduzione di Adina Vasile)