Corruzione: proseguono inchieste in Romania
La corruzione è una minaccia alla sicurezza nazionale. Lo ha dichiarato a una tv privata il presidente romeno Klaus Iohannis, assicurando che incoraggerà e appoggerà sempre chi combatte contro questo flagello. L’offensiva anticorruzione sembra inarrestabile, dando la misura del fenomeno che macina da anni la società romena. Politici sia di destra che di sinistra, ai quali il riparo dell’immunità creava loro l’illusione che fossero al di sopra della legge, o potenti imprenditori con patrimomi di milioni di euro che immaginavano di comprare qualsiasi cosa o persona, ora si vedono costretti a dare spiegazioni.
Roxana Vasile, 23.01.2015, 12:05
La corruzione è una minaccia alla sicurezza nazionale. Lo ha dichiarato a una tv privata il presidente romeno Klaus Iohannis, assicurando che incoraggerà e appoggerà sempre chi combatte contro questo flagello. L’offensiva anticorruzione sembra inarrestabile, dando la misura del fenomeno che macina da anni la società romena. Politici sia di destra che di sinistra, ai quali il riparo dell’immunità creava loro l’illusione che fossero al di sopra della legge, o potenti imprenditori con patrimomi di milioni di euro che immaginavano di comprare qualsiasi cosa o persona, ora si vedono costretti a dare spiegazioni.
La sede della Direzione Nazionale Anticorruzione è diventata luogo di pellegrinaggio. Questa settimana, in prima, i procuratori hanno accusato uno dei nove giudici della Corte Costituzionale — Toni Glebla — di gravi reati di corruzione. Grebla è indagato per concussione e associazione a delinquere in un gruppo che esportava prodotti agroalimentari in Russia via Turchia per evitare l’embargo imposto da Mosca all’importazione dall’UE. Inoltre, Toni Grebla è accusato che, nel periodo 2010 — 2015, ha preteso e ricevuto vantaggi indebiti da un amico al quale ha fatto da testimone al matrimonio, in cambio della promessa di intervenire e determinare vari funzionari pubblici ad accelerare una serie di atti a favore delle ditte di quest’ultimo.
Neanche un ex ministro liberale ha giorni migliori. I magistrati dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia hanno accolto favorevolmente la sollecitazione della Direzione Nazionale Anticorruzione sulla custodia cautelare in carcere per 30 giorni di Cristian David, accusato di aver intascato tangenti. Nel 2007-2008, David avrebbe ricevuto 500.000 euro per intervenire presso un presidente di Consiglio provinciale, pure lui fermato in un altro fascicolo, al fine di emettere un titolo di proprietà per un terreno di 15 ettari.
Di terreni si tratta anche nel fascicolo all’esame dei giudici che si pronuncieranno nel caso di 17 incolpati, tra cui l’ex deputato socialdemocratico Viorel Hrebenciuc, suo figlio Andrei, lex deputato PSD Ioan Adam e l’ex ministro della giustizia, il liberale Tudor Chiuariu. Essi avrebbero costituito un gruppo delinquenziale che mirava alla restituzione illegale di oltre 43.000 ettari di foreste. Il pregiudizio arrecato allo stato supera i 300 milioni di euro.
Allucinanti anche le informazioni uscite sulla stampa, stando alle quali il democratico-liberale Gabriel Sandu avrebbe dichiarato che durante il suo mandato di ex ministro delle comunicazioni, avrebbe finanziato il proprio partito con somme importanti per mantenere la carica di ministro, ma anche la posizione nella dirigenza centrale del PDL. Gabriel Sandu si trova su una lunga lista di ex ministri di destra e di sinistra e di imprenditori indagati in un fascicolo sull’acquisto fraudolento di licenze Microsoft.