Sicurezza cibernetica: CC, legge incostituzionale
Criticata veementemente dalla società cvile e adottata un mese fa dal Parlamento, la legge sulla sicurezza cibernetica della Romania è stata dichiarata incostituzionale. I giudici della Corte Costituzionale hanno accolto favorevolmente la segnalazione di un gruppo di parlamentari liberali, all’opposizione, che hanno richiamato l’attenzione che l’atto normativo viola il diritto alla vita privata nello spazio virtuale. Oltre al mancato via libera del Consiglio Supremo di Difesa, i giudici della Corte Costituzionale hanno constatato che la rispettiva legge viola diversi provvedimenti della Costituzione, tra cui quelli sull’accesso libero alla giustizia e ad un processo equo, il diritto alla vita intima, famigliare e privata e il diritto alla segretezza della corrispondenza.
Mihai Pelin, 22.01.2015, 13:08
Criticata veementemente dalla società cvile e adottata un mese fa dal Parlamento, la legge sulla sicurezza cibernetica della Romania è stata dichiarata incostituzionale. I giudici della Corte Costituzionale hanno accolto favorevolmente la segnalazione di un gruppo di parlamentari liberali, all’opposizione, che hanno richiamato l’attenzione che l’atto normativo viola il diritto alla vita privata nello spazio virtuale. Oltre al mancato via libera del Consiglio Supremo di Difesa, i giudici della Corte Costituzionale hanno constatato che la rispettiva legge viola diversi provvedimenti della Costituzione, tra cui quelli sull’accesso libero alla giustizia e ad un processo equo, il diritto alla vita intima, famigliare e privata e il diritto alla segretezza della corrispondenza.
È la terza legge del cosiddetto pacchetto “Big Brother” dichiarata incostituzionale, dopo che, l’anno scorso, la Corte Costituzionale ha bocciato altre due leggi: quella sull’obbligo degli operatori di telefonia e internet di stocare per 6 mesi i dati degli utenti e quella sull’obbligo di chiedere i dati personali degli utenti di schede telefoniche pre-pagata e di reti Wi-Fi. I critici della legge sulla sicurezza cibernetica hanno affermato che essa permetterebbe l’accesso dei servizi e dei procuratori ai dati di qualsiasi sistema informatico, suscettibile di essere implicato in un’attività illegale, senza il mandato di un tribunale e solo in base ad una richiesta accompagnata da una motivazione.
D’altra parte, i sostenitori hanno motivato che la legge non sarebbe applicabile ai semplici cittadini, in possesso di un computer o di una rete e che è necessaria nell’attuale contesto dell’aumento senza precedenti del rischio e delle minacce cibernetiche. Nell’opinione dell’Intelligence romena, il più fervido sostenitore della legge, essa è indispensabile perchè agisce per la tutela e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. I timori, le speculazioni e le accuse su questo tema sono prive di qualsiasi fondamento reale perchè la legge non consente alle istituzioni dello stato l’accesso a dati che riguardano la vita privata delle persone, senza il previo via libera di un giudice, sottolinea l’Intelligence.
Solo i possessori di infrastrutture cibernetiche (non persone fisiche) hanno la responsabilità di mettere a disposizione delle autorità competenti esclusivamente dati tecnici sulla minaccia oggetto della richiesta, spiegano i rappresentanti dell’Intelligence. Ulteriomente, dopo una valutazione preliminare, se risulta la necessità di estendere l’indagine su determinate persone, l’accesso ad un computer, ad un tablet o smartphone si farà solo in base ad un’autorizzazione del giudice. Ciononostante, ciò non è specificato per legge. L’Intelligence ha spiegato che non sono stati necessari provvedimenti supplementari per quanto riguarda il rispetto dei diritti dell’uomo, in quanto la procedura di autorizzazione dell’accesso ai dati a carattere personale è già regolamentata sia attraverso il Codice di procedura penale, che nella Legge sulla sicurezza nazionale. Se fosse stata introdotta pure nelle legge sulla sicurezza cibernetica, avrebbe provocato una ridondanza legislativa, cosa contraria alle buone pratiche nella tecnica della legislazione.
(traduzione di Adina Vasile)