Comunismo: 25 anni dal crollo in Romania
Il 22 dicembre 2014, a 25 anni dal crollo della dittatura comunista, il neo presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha deciso di assegnare la prima onorificenza del suo mandato ad un ex detenuto politico romeno. Iniziate a Timişoara — la città che ha dato il segnale della liberazione della Romania da un regime anacronistico — le celebrazioni per il 25esimo della Rivoluzione anticomunista romena sono continuate, questa settimana, in tutto il Paese. A Bucarest si sono svolte cerimonie al Monumento agli Eroi della Rivoluzione, ma anche presso le sedi della Radiodiffusione Romena e della Televisione Romena. Le campane di tutte le chiese del Paese sono suonate alla memoria di coloro che hanno pagato con la propria vita la liberazione della Romania dalla dittatura. Il 22 dicembre del 1989, veniva annunciata alla Radio la fine del regime di Ceauşescu.
Ştefan Stoica, 23.12.2014, 16:15
Il 22 dicembre 2014, a 25 anni dal crollo della dittatura comunista, il neo presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha deciso di assegnare la prima onorificenza del suo mandato ad un ex detenuto politico romeno. Iniziate a Timişoara — la città che ha dato il segnale della liberazione della Romania da un regime anacronistico — le celebrazioni per il 25esimo della Rivoluzione anticomunista romena sono continuate, questa settimana, in tutto il Paese. A Bucarest si sono svolte cerimonie al Monumento agli Eroi della Rivoluzione, ma anche presso le sedi della Radiodiffusione Romena e della Televisione Romena. Le campane di tutte le chiese del Paese sono suonate alla memoria di coloro che hanno pagato con la propria vita la liberazione della Romania dalla dittatura. Il 22 dicembre del 1989, veniva annunciata alla Radio la fine del regime di Ceauşescu.
“Radio Romania ha avuto un’importanza fondamentale in quel momento, perché tutti i romeni avevano una radio in casa e tutti hanno saputo che a Timişoara, a Bucarest, nelle grandi città si è verificata questa grande rivolta che ha posto fine ad un regime che sembrava inamovibile”, spiega Claudiu Iordache, il direttore dell’Istituto della Rivoluzione Romena di Dicembre, il ruolo della Radio pubblica nella Rivoluzione anticomunista.
Il neo presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha partecipato alla cerimonia in Piazza dell’Università, dove ha deposto una corona di fiori alla memoria delle vittime della Rivoluzione. Dopo il crollo della dittatura, la Piazza dell’Università è diventata spazio simbolico libero dal comunismo, dove si sono svolte, per mesi, ampie proteste contro il primo potere postcomunista, incapace di dimostrare che desiderava veramente eliminare le reminiscenze del vecchio regime.
Sempre il 22 dicembre, Klaus Iohannis ha scelto di offrire la prima onorificenza del suo mandato in veste di capo dello stato al presidente dell’Associazione degli Ex Detenuti Politici della Romania, Octav Bjoza, insignito dell’ordine Nazionale la Stella della Romania. Il presidente Iohannis ha promesso che il suo mandato sarà uno del rispetto per tutti i valori della Romania ed ha sottolineato che una nazione non può avere un futuro senza rispettare il passato. Il presidente ha inoltre aggiunto che il sistema comunista si è imposto tramite crimini e abusi, ha distrutto le élite e per questo l’obbligo della giustizia è di individuare i colpevoli e punirli.
“Con questa onorificenza io, oggi, riconosco e reco un omaggio al sacrificio e al coraggio dimostrato dalle donne e dagli uomini che hanno sofferto e sono morti per la libertà durante il comunismo e a dicembre 89”’, ha detto Klaus Iohannis.
Dal canto suo, il presidente dell’Associazione degli Ex Detenuti Politici della Romania, Octav Bjoza, ha affermato che l’onorificenza di cui è stato insignito rappresenta un riconoscimento ad un intero gruppo sociale, le persone assassinate, arrestate oppure oppresse durante la dittatura comunista.
“La maggior parte degli ex detenuti politici e deportati dalla Romania non sono più in vita. Con questa onorificenza vengono ripagati loro e a quelli ancora in vita la lotta e il sacrificio”, ha detto Octav Bjoza.
Può sembrare poco, ma non è così in un Paese in cui il comunismo è stato condannato a livello dichiarativo quale regime criminale, senza che la sentenza sia stata mai applicata.