Economia: decisioni a fine anno
Dopo l’effervescenza creata dalle elezioni presidenziali di novembre, l’agenda di Bucarest è dominata ora dalle questioni economiche. Durante i negoziati-maratona tra le autorità romene e la missione dei creditori internazionali a Bucarest si è convenuto su indicatori importanti nell’elaborazione della Finanziaria 2015. Tra questi indicatori — il livello del deficit, convenuto all’1,83% del Pil, maggiore persino del target dell’1,4% prefisso dall’Esecutivo. Bucarest si è pronunciata anche per la riduzione del tasso di cambio per il calcolo delle accise nel 2015, ma senza successo.
Corina Cristea, 11.12.2014, 15:26
Dopo l’effervescenza creata dalle elezioni presidenziali di novembre, l’agenda di Bucarest è dominata ora dalle questioni economiche. Durante i negoziati-maratona tra le autorità romene e la missione dei creditori internazionali a Bucarest si è convenuto su indicatori importanti nell’elaborazione della Finanziaria 2015. Tra questi indicatori — il livello del deficit, convenuto all’1,83% del Pil, maggiore persino del target dell’1,4% prefisso dall’Esecutivo. Bucarest si è pronunciata anche per la riduzione del tasso di cambio per il calcolo delle accise nel 2015, ma senza successo.
Il FMI ha insistito che è bene che ci sia un’eccedenza di introiti al bilancio. Di conseguenza, le accise saranno calcolate come anche quest’anno, ad un tasso di 4,73 lei per un euro. Il ministro con delega al Bilancio, Darius Valcov, ha precisato anche che, attraverso la modifica dal Governo del Codice Fiscale, il livello delle accise sarà espresso in lei a partire dall’anno prossimo e dal 2016 sarà aggiornato, annualmente, al tasso dell’inflazione.
“Abbiamo rispettato una metodologia di calcolo preferita da più Paesi Ue e riteniamo che ci dobbiamo rapportare sempre alla moneta nazionale, il leu, anzichè all’euro, e all’inflazione, facendo la media, com’è successo finora. Quindi, praticamente, non è cambiata che la metodologia di calcolo, non ci siamo rapportati ad un livello dell’euro diverso. I negoziati con il FMI e la CE si sono appena conclusi e assieme abbiamo stabilito questo livello. Noi abbiamo proposto di discutere di un altro livello. Nessuna proposta discussa con il FMI e la CE riguardava un aumento, abbiamo sempre parlato di un livello più basso, ma, cosi’ come abbiamo convenuto, dopo che vedremo l’esecuzione per quanto riguarda gli introiti dell’anno prossimo, potremo proporre simili misure, di riduzione del livello, inclusivamente per le accise, perchè, finora, le discussioni hanno puntato soprattutto sul calo dell’Iva”, ha spiegato Valcov.
Nell’opinione di Darius Valcov, l’accordo con il FMI sarà ultimato a settembre 2015, senza che sia più prolungato. Il ministro ha precisato inoltre che la Romania ha un fondo di riserva (buffer) di 9,25 miliardi di euro, che permetterebbe allo stato, in una situazione ipotetica di crisi economica severa, di adempiere per 6-7 mesi a tutti gli obblighi finanziari che ha nei confronti dei cittadini, come i salari e le pensioni, senza prendere prestiti.
(traduzione di Adina Vasile)