Euro: il governatore Isarescu, criteri riuniti da Bucarest, ma serve ancora sviluppo
La Romania non deve affrettarsi a passare all’euro anche se riunisce la maggioranza dei requisiti necessari. Lo ha dichiarato di recente il governatore della Banca Centrale Romena, Mugur Isarescu, precisando che la sua istituzione sostiene l’idea del passaggio all’euro nel 2019, ma ritiene che la decisione vada presa solo quando la Romania si sarà avvicinata veramente al livello di sviluppo e alle performance economiche dei Paesi dell’Eurolandia. La Romania riunisce attualmente tutti i 5 criteri nominali per l’adesione all’Eurozona, noti come i criteri di Maastricht, ma anche dieci degli 11 criteri per la sorveglianza degli squilibri macroeconomici, applicabili al livello dell’Ue. Ciononostante, ha un tasso di sviluppo economico abbastanza lontano da quelli dei Paesi occidentali e per questa ragione non deve affrettarsi a passare all’euro, afferma il governatore della Banca Centrale romena, Mugur Isarescu.
România Internațional, 28.11.2014, 13:00
La Romania non deve affrettarsi a passare all’euro anche se riunisce la maggioranza dei requisiti necessari. Lo ha dichiarato di recente il governatore della Banca Centrale Romena, Mugur Isarescu, precisando che la sua istituzione sostiene l’idea del passaggio all’euro nel 2019, ma ritiene che la decisione vada presa solo quando la Romania si sarà avvicinata veramente al livello di sviluppo e alle performance economiche dei Paesi dell’Eurolandia. La Romania riunisce attualmente tutti i 5 criteri nominali per l’adesione all’Eurozona, noti come i criteri di Maastricht, ma anche dieci degli 11 criteri per la sorveglianza degli squilibri macroeconomici, applicabili al livello dell’Ue. Ciononostante, ha un tasso di sviluppo economico abbastanza lontano da quelli dei Paesi occidentali e per questa ragione non deve affrettarsi a passare all’euro, afferma il governatore della Banca Centrale romena, Mugur Isarescu.
“Incredibile, ma vero, tutti i 5 criteri di Maastricht sono riuniti e sembrano essere riuniti, da come si presenta la situazione adesso, in modo sostenibile. Sono finalmente riuniti, ma non dobbiamo lasciarsi andare all’euforia. Non possiamo parlare del passaggio all’euro nè fra due anni. Sosteniamo l’idea di passaggio all’euro, come ancora, come elemento catalizzatore, ma non possiamo avventurarci perchè anche l’approccio è diverso e i problemi dell’economia della Romania sono diversi”, ha spiegato Isarescu.
I criteri di convergenza riguardano la politica finanziaria, il livello e la stabilità dei prezzi, degli interessi e del tasso di cambio, il deficit di bilancio che deve essere sotto il 3% del Pil, e il tasso di indebitamento pubblico che dev’essere sotto il 60%. Gli analisti economici valutano che per non rischiare squilibri significativi, la Romania potrebbe aderire all’Eurozona solo nel momento in cui registrerebbe un livello del Pil pro capite di almeno il 60% della media europea, questo indicatore attestandosi attualmente lievemente oltre la metà della media.
Il FMI ha rivisto al rialzo, al 2,4% le stime sull’avanzo del Pil nel 2014, mentre le autorità di Bucarest si aspettano ad una crescita economica del 2,8%. Nel 2013, l’economia romena è avanzata del 3,5%, uno dei più alti tassi di crescita in Europa. Anche in queste condizioni, la Romania dovrà raggiungere una crescita accelerata del 5% all’anno, per realizzare la convergenza con le economie occidentali e per passare alla moneta unica europea nel 2019, un obiettivo abbastanza ambizioso e irraggiungibile senza politiche efficienti, sottolineano gli specialisti.
(traduzione di Adina Vasile)