Corruzione: contrasto priorità nazionale
Sin dalla campagna per le presidenziali, che ha vinto nel secondo turno, del 16 novembre, il liberale Klaus Iohannis ha promesso di implicarsi attivamente nella lotta alla corruzione, flagello che ha colpito l’amministrazione romena nel quarto di secolo post-comunista. Presente ad una conferenza sulla corruzione, Iohannis ha ribadito il suo impegno, alla luce del fatto che — afferma il presidente eletto della Romania — il fenomeno della corruzione è il maggiore problema interno di sicurezza nazionale, che porta alla segregazione economica e sociale e al ribaltamento dei valori.
Florentin Căpitănescu, 27.11.2014, 13:58
“La corruzione è, chiaramente, il principale problema interno di sicurezza nazionale. Perciò, la prevenzione, la scoperta dei reati di corruzione e la loro punizione sono aspirazioni di ciascun sistemo di giustizia, tanto più di quello romeno”, ha affermato Iohannis.
Il presidente eletto ha richiamato l’attenzione sui danni provocati dalla corruzione, soprattutto da quella al vertice, e sugli effetti infausti dell’ingerenza del potere politico nell’attività delle istituzioni di contrasto della corruzione.
“Da presidente della Romania militerò affinchè la giustizia e le istituzioni di controllo finanziario-fiscale cooperino per recuperare i danni provocati dalla corruzione e ridurre il suo costo sociale. Inoltre, ribadisco la mia posizione contro l’ostacolazione dalla classe politica delle indagini penali effettuate dalle istituzioni abilitate”, ha sottolineato Iohannis.
Presente alla stessa conferenza, Laura Codruta Kovesi, il procuratore capo della Direzione Nazionale Anticorruzione — punta di lancia della lotta alla corruzione in Romania — ha annunciato la crescita, negli ultimi anni, del 60% della fiducia dei cittadini nell’istituzione. La Kovesi ha aggiunto che, nel 2014, sono state condannate per corruzione oltre 1000 persone e sono stati messi sotto sequestro beni per un valore di quasi 150 milioni di euro. La maggioranza dei fascicoli aperti, l’83%, hanno alla base denunce e segnalazioni da cittadini e istituzioni pubbliche, ha precisato Laura Codruta Kovesi.
“Ho constatato che quest’anno solo il 17% delle indagini sono state avviate in seguito alle proprie indagini, alle informazioni sui media, alle indagini giornalistiche o alle informazioni ricevute dall’Intelligence”, ha precisato la Kovesi.
Al di là delle cifre, negli ultimi anni, la Direzione Nazionale Anticorruzione si è creata l’immagine di un’istituzione desiderosa di compiere la sua missione, come lo dimostrano anche i risultati raggiunti — le pene detentive nei confronti di molti dignitari, tra cui il caso più clamoroso è stato quello dell’ex premier socialdemocratico Adrian Nastase.
(traduzione di Adina Vasile)