Difesa: riunione del Consiglio Supremo a Bucarest
L’elaborazione e la legiferazione di una strategia che permetta che il fabbisogno di gas naturali della Romania e della confinante Moldova sia coperto dallo sfruttamento dei giacimenti nel Mar Nero e l’approvazione del numero di militari da dislocare in Afghanistan e in stati dei Balcani nel 2015 sono stati i principali temi sull’agenda del Consiglio Supremo di Difesa riunitosi ieri a Bucarest. La riunione è stata presieduta dal presidente romeno Traian Basescu, che concluderà il suo mandato il 21 dicembre prossimo.
Valentin Țigău, 26.11.2014, 13:00
Per quanto riguarda il bilancio 2015 delle istituzioni con attribuzioni nel campo della sicurezza nazionale, il Consiglio ha deciso che sia approvato quando il Governo avrà un’immagine chiara sulle risorse a sua disposizione. Il Consiglio ha approvato il dislocamento, nel 2015, per missioni all’estero, di 895 militari romeni, con 416 in meno rispetto al 2014. Allo stesso tempo, saranno aumentate, fino a 450 militari, le forze armate che parteciperanno, il prossimo anno, alla missione Nato in Afghanistan.
I membri del Consiglio hanno pure analizzato le conseguenze della crisi in Ucraina, valutando che intacca settori d’interesse strategico della Romania, come la sicurezza marittima ed aerea, la sicurezza economica, ma anche la dimensione politica delle relazioni della Romania, da una parte, con stati della regione, e, dall’altra, con la Russia. Il Consiglio ha concluso che per la Romania diventano prioritari sia il consolidamento dei mezzi propri di difesa, che di quelli di politica estera – l’aumento dell’efficienza dei rapporti con gli stati UE/NATO, il sostegno all’iter europeo della Moldova e la creazione di un quadro propizio per il consolidamento del dialogo con Kiev.
L’aggiornamento del Piano di mobilitazione dell’economia nazionale per la difesa è stato un altro tema esaminato dai membri del Consiglio. Sono state inoltre analizzate le misure adottate dalla Romania in vista dell’applicazione delle sanzioni istituite su piano internazionale tra ottobre 2013 e settembre 2014. Si è constatato che le istituzioni romene hanno applicato queste sanzioni attraverso la legge-quadro e regolamentazioni settoriali. Gli esponenti romeni affermano che Bucarest si può permettere, dal punto di vista economico e sociale, un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia, in quanto l’80% del consumo di gas è assciurato dalla produzione interna e le sue relazioni commerciali con la Federazione Russa non superano 5 miliardi di euro.
(traduzione di Adina Vasile)