Economia: la Romania nel dopo elezioni
Una volatilità cresciuta sui mercati finanziari interni in seguito alle recenti elezioni in Romania non ci sarà. A breve termine, gli effetti potrebbero essere persino positivi. Le previsioni sono del gruppo austriaco Erste, i cui analisti richiamano, però, l’attenzione, che le cose potrebbero modificarsi. Un eventuale cambiamento della maggioranza parlamentare potrebbe portare al cambiamento del governo e attirare anche effetti economici.
Roxana Vasile, 18.11.2014, 12:56
Una volatilità cresciuta sui mercati finanziari interni in seguito alle recenti elezioni in Romania non ci sarà. A breve termine, gli effetti potrebbero essere persino positivi. Le previsioni sono del gruppo austriaco Erste, i cui analisti richiamano, però, l’attenzione, che le cose potrebbero modificarsi. Un eventuale cambiamento della maggioranza parlamentare potrebbe portare al cambiamento del governo e attirare anche effetti economici.
Almeno per il momento, perdente dello scrutinio presidenziale, il premier socialdemocratico Victor Ponta ha assicurato che continuerà ad assumersi il governo del Paese, nonostante alcune sollecitazioni di dimettersi giunte dall’opposizione di destra o da certi politici del proprio partito. Una volta le elezioni passate, prioritario per il governo in carica è — secondo il gruppo Erste — il delineamento di una bozza della Finanziaria per il 2015, che include anche le misure populiste annunciate prima dello scrutinio, molto contestate dall’opposizione il cui candidato Klaus Iohannis ha vinto le presidenziali.
L’analista economico Aurelian Dochia ritiene che le elezioni hanno un effetto emozionale solo a breve termine. “Senz’altro, a medio e lungo termine, i dati fondamentali avranno la prevalenza. L’emozione generata dalle elezioni se ne andrà e saranno gli indicatori economici a determinare il sentimento dei mercati”, spiega l’analista.
Una bozza della Finanziaria per il 2015 sarà essenziale per influenzare, in gran misura, il modo in cui gli investitori stranieri guarderanno la Romania, spiegano gli analisti di Erste, i quali ritengono che ci siano dei rischi che potrebbero impedire la crescita del Pil dell’1,8% al livello dell’anno, secondo le stime precedenti. Il Pil della Romania è aumentato dell’1,9% nel terzo trimestre, rispetto al precedente, e del 3,2% rispetto al terzo trimestre del 2013. Il consumo e le esportazioni hanno recato un contributo importante a questi risultati, mentre gli investimenti hanno registrato un declino inferiore rispetto al precedente periodo.
Un’attenzione maggiore da concedere anche al contesto internazionale mica favorevole. L’economia mondiale si trova al minimo degli ultimi due anni, e la stagnazione dell’Europa è al centro delle preoccupazioni. Investitori intervistati dall’agenzia Bloomberg apprezzano, in una percentuale di due terzi, che la situaizone dell’eurozona sta peggiorando da un giorno all’altro, mentre l’89% ritiene che, l’anno prossimo, la deflazione rappresenterà una minaccia più grande dell’inflazione per le economie nazionali. Da parte sua, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, spiega che l’eurozona rischia seriamente il ritorno alla recessione. Le cause sarebbero quattro: crescita economica debole, inflazione bassa, disoccupazione alta e debiti ingenti. (traduzione di Iuliana Anghel)