Presidenziali: misure per agevolare voto all’estero
Una guerra dei comunicati tra le istituzioni di Bucarest ha accompagnato la campagna elettorale tra i due turni delle presidenziali in Romania. I rallentamenti registrati al primo turno nei seggi elettorali all’estero, dove i cittadini romeni hanno fatto la fila per ore per votare e, in migliaia di casi, non ci sono riusciti, ha dato luogo ad una polemica a più puntate tra l’Ufficio Elettorale Centrale e il Ministero degli Esteri, che si sono addossati reciprocamente la colpa. Lunedi’ è stato raggiunto l’apice della crisi. Accusato dall’Opposizione, dall’Amministrazione Presidenziale, dalla stampa e dalle organizzazioni della diaspora romena di incompetenza o malavolontà, il ministro degli Esteri, Titus Corlatean, ha rassegnato le dimissioni. Corlatean ha inisistito di aver preso questa decisione per non violare le legge e ha invocato una decisione dell’Ufficio Elettorale Centrale, che non avrebbe confermato l’esistenza di una base giuridica per l’allestimento di nuovi seggi elettorali all’estero.
Bogdan Matei, 12.11.2014, 15:20
Una guerra dei comunicati tra le istituzioni di Bucarest ha accompagnato la campagna elettorale tra i due turni delle presidenziali in Romania. I rallentamenti registrati al primo turno nei seggi elettorali all’estero, dove i cittadini romeni hanno fatto la fila per ore per votare e, in migliaia di casi, non ci sono riusciti, ha dato luogo ad una polemica a più puntate tra l’Ufficio Elettorale Centrale e il Ministero degli Esteri, che si sono addossati reciprocamente la colpa. Lunedi’ è stato raggiunto l’apice della crisi. Accusato dall’Opposizione, dall’Amministrazione Presidenziale, dalla stampa e dalle organizzazioni della diaspora romena di incompetenza o malavolontà, il ministro degli Esteri, Titus Corlatean, ha rassegnato le dimissioni. Corlatean ha inisistito di aver preso questa decisione per non violare le legge e ha invocato una decisione dell’Ufficio Elettorale Centrale, che non avrebbe confermato l’esistenza di una base giuridica per l’allestimento di nuovi seggi elettorali all’estero.
Martedi’ sera, l’Ufficio Elettorale Centrale ha contraddetto nuovamente il ministro ribadendo, in un nuovo comunicato, che l’allestimento e il numero di seggi elettorali all’estero sono di competenza esclusiva del Ministero degli Esteri. Inoltre, l’Ufficio mantiene il punto di vista formulato in precedenza, stando al quale non c’è alcun ostacolo legale all’aumento del numero di seggi. La soluzione spetta adesso al successore di Titus Corlatean, Teodor Melescanu. Diplomatico di carriera, poi direttore del Servizio Informazioni Estere e di recente candidato alle presidenziali uscito dalla corsa elettorale, Melescanu torna, dopo quasi due decenni, nell’incarico di capo della diplomazia romena, in un momento teso. Il neo ministro afferma che il suo dicastero ha già adottato misure per assicurare lo svolgimento in buone condizioni del secondo turno delle presidenziali.
“Da una semplice valutazione in base alle valutazioni fatte, la riduzione dei tempi di votazione per ciascun cittadino, in seguito all’adozione di queste misure, permetterebbe almeno un raddoppio del numero di coloro che potranno votare”, ha spiegato Melescanu.
Di conseguenza, il modulo di autocertificazione disponibile sul sito del Ministero degli Esteri può essere scaricato e già compilato, dovendo solo essere firmato davanti alla commissione elettorale. A chi non ha la possibilità di scaricarlo, saranno messi a disposizione biro e moduli fuori dai seggi, al fine di compilarli e risparmiare tempo. Sempre per snellire il processo di votazione, il dicastero ha messo a disposizione una lista di 800 dipendenti che possono offrire assistenza alle commissioni elettorali, e l’Ufficio Elettorale per l’Estero ne ha già selezionati 120. Inoltre, ciascun seggio elettorale per i romeni all’estero avrà 7 cabine di voto e 7 timbri, il numero massimo consentito per legge.
(traduzione di Adina Vasile)