Elezioni: exit poll, ballottaggio Ponta – Iohannis il 16 novembre
Gli exit poll resi noti in chiusura delle urne, alle presidenziali svoltesi oggi in Romania, danno al primo posto il premier Victor Ponta, candidato dell’Alleanza tra i socialdemocratici, l’Unione nazionale per il progresso della Romania e i conservatori, indicato al 40%, seguito dal rappresentante dell’Alleanza cristiano-liberale, il sindaco di Sibiu, Klaus Iohannis, che avrebbe riunito il 31% dei voti.
România Internațional, 02.11.2014, 22:20
A grande distanza, seguono due candidati indipendenti — l’ex premier liberale Calin Popescu Tariceanu (tra il 5 e il 6%) e l’eurodeputata Monica Macovei ex ministro della Giustizia (tra il 4 e il 5%), ed Elena Udrea, leader del partito del Movimento popolare, indicata a circa il 5%. Siccome nessuno dei candidati ha ottenuto il 50% più uno dei voti, il 16 novembre i romeni andranno di nuovo alle urne per eleggere tra Victor Ponta e Klaus Iohannis il futuro capo dello stato per i prossimi cinque anni.
Victor Ponta ha dichiarato di voler unire i romeni in un processo di ricostruzione del Paese, dopo anni di divisione. Da parte sua, Klaus Iohannis si è detto fiducioso nella vittoria al ballottaggio del 16 novembre. L’Ufficio Elettorale Centrale ha comunicato un’affluenza nazionale del 52,31% in chiusura delle urne, alle 21.00 locali (le 20.00 in Italia).
In alcuni dei 294 seggi aperti all’estero, nei Paesi con numerosa presenza romena, come la confinante Moldova, Italia, Spagna, ma anche in Francia e Germania, si è verificata un’affluenza notevole, per cui in certi casi la votazione è andata più lentamente.
Ricordando che lo stesso numero di seggi era stato organizzato anche alle precedenti elezioni presidenziali del 2009, il Ministero degli Esteri di Bucarest precisa che il voto all’estero richiede due elementi supplementari rispetto a quello nel Paese: le dichiarazioni degli elettori di non aver votato e di non votare anche in un altro seggio e la loro iscrizione in una tabella.
Le due operazioni implicano tempi più lunghi rispetto al voto nel Paese, precisa ancora il Ministero degli Esteri, ricordando che, nell’organizzazione dello scrutinio, ha agito ai sensi della legge e delle decisioni dell’Ufficio Elettorale Centrale.