CE: Jean-Claude Juncker eletto presidente
E’ l’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker ad assumere la guida della Commissione Europea dal 1 novembre prossimo. La sua elezione nella plenaria del Parlamento Europeo, con 422 voti dei 751, è avvenuta con le larghe intese tra i popolari, che lo hanno anche proposto, i socialisti e i liberali.
Florentin Căpitănescu, 16.07.2014, 13:20
E’ l’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker ad assumere la guida della Commissione Europea dal 1 novembre prossimo. La sua elezione nella plenaria del Parlamento Europeo, con 422 voti dei 751, è avvenuta con le larghe intese tra i popolari, che lo hanno anche proposto, i socialisti e i liberali.
Politico europeo di vocazione, con successi notevoli nel piccolo ducato, diventato durante la sua lunga premiership uno degli stati col maggiore Pil pro capite nel mondo, Juncker ha sia la capacità che la volontà necessarie per riportare l’Europa nel primo piano della scena internazionale, spiegano i commentatori.
D’altronde, è noto il notevole impegno di Juncker come presidente dell’Eurogruppo per salvare la moneta unica europea, apprezzatissimo dalle cancellerie occidentali.
Nel discorso di fronte agli eurodeputati, il futuro presidente della Commissione ha annunciato un programma di investimenti di 300 miliardi di euro per crescita economica e contrasto alla disoccupazione, che continua a colpire sempre più giovani.
Juncker ha come target anche il rilancio dell’industria europea, non ancora ripresa dopo la crisi, e la creazione di una solida infrastruttura di trasporto nello spazio comunitario.
Per quanto riguarda l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, il futuro capo della Commissione Europea si dichiara aperto, ma precisa che non verrà firmato a tutti i costi.
“Non possiamo abbandonare le nostre norme nel campo della sanità, le norme sociali o le esigenze relative alla protezione dei dati, ha detto Juncker, sottolineando che i negoziati con gli Stati Uniti saranno trasparenti.
Altrettanto chiaramente ha fatto riferimento anche alla politica di allargamento: nei prossimi cinque anni, l’UE non accoglierà altri membri e si concederà una tregua per consolidare le relazioni tra i 28.
Eppure, Juncker ha ricordato i reali progressi compiuti da alcuni stati aspiranti alla membership comunitaria, come l’Ucraina e la Moldova che, di recente, accanto alla Georgia, hanno firmato gli accordi di associazione all’UE.
La politica europea sulla migrazione e l’Unione economica e monetaria sono altri grandi temi dell’agenda Juncker, intitolata “Un nuovo inizio per l’Europa”.