Scandalo al vertice: Parlamento chiede dimissioni presidente
Sebbene, nei 10 anni di mandato, il presidente romeno Traian Basescu sia stato spesso protagnoista di duri scontri politici o momenti tesi, non si è mai ritrovato, affermano gli osservatori, in una situazione più delicata che adesso, quando è implicato nello scandalo in cui è stato trascinato da suo fratello minore, Mircea. Questi è in custodia cautelare, in un fasciolo di corruzione, con l’accusa di aver intascato tangenti di 250 mila euro, in cambio della promessa di intervenire presso i magistrati affinchè un noto malavitoso, membro della mafia zingara dell’Oltenia (regione nel sud della Romania) — soprannominato Bercea Mondial, processato e condannato per tentato omicidio — ricevesse una sentenza più mite. Sebbene ha smentito, categoricamente, qualsiasi implicazione nella vicenda giudiziaria di suo fratello, il presidente Basescu, preso d’assalto con richieste di dimissioni dai suoi oppositori politici tradizionali, non è ancora al riparo da ciò che la stampa chiama “lo scandalo dell’anno”.
Florentin Căpitănescu, 26.06.2014, 14:43
Sebbene, nei 10 anni di mandato, il presidente romeno Traian Basescu sia stato spesso protagnoista di duri scontri politici o momenti tesi, non si è mai ritrovato, affermano gli osservatori, in una situazione più delicata che adesso, quando è implicato nello scandalo in cui è stato trascinato da suo fratello minore, Mircea. Questi è in custodia cautelare, in un fasciolo di corruzione, con l’accusa di aver intascato tangenti di 250 mila euro, in cambio della promessa di intervenire presso i magistrati affinchè un noto malavitoso, membro della mafia zingara dell’Oltenia (regione nel sud della Romania) — soprannominato Bercea Mondial, processato e condannato per tentato omicidio — ricevesse una sentenza più mite. Sebbene ha smentito, categoricamente, qualsiasi implicazione nella vicenda giudiziaria di suo fratello, il presidente Basescu, preso d’assalto con richieste di dimissioni dai suoi oppositori politici tradizionali, non è ancora al riparo da ciò che la stampa chiama “lo scandalo dell’anno”.
L’Alleanza Partito Socialdemocratico-Unione Nazionale per il Progresso della Romania-Partito Conservatore, in cui il Partito Socialdemocratico, accanito nemico del presidente, fa la parte del fratello maggiore, e il suo neo alleato, il Partito del Popolo-Dan Diconescu (populistico), hanno votato una dichiarazione con cui il Parlamento chiede al capo dello stato di rassegnare le dimissioni. La dichiarazione, adottata con 344 si’ e 17 astenimenti, non ha valore giuridico, cosicchè il capo dello stato non è obbligato a dimettersi, il che, del resto, neanche farà, stando alle proprie dichiarazioni.
“Il capo dello stato romeno, Traian Basescu, non ha più il diritto di assicurare il prestigio, l’indipendenza e la legittimità dell’incarico di presidente, motivo per cui deve assumersi subito le dimissioni”, ha spiegato la senatrice socialdemocratica Gabriela Firea le ragioni per la stesura della dichiarazione.
Nonostante abbiano anch’essi votato per le dimissioni, i liberali (di centro-destra) affermano che il presidente del Senato, Calin Popescu-Tariceanu — che ha lasciato recentemente il Partito Nazional-liberale — e il presidente della Camera dei Deputati, Valeriu Zgonea (del Partito Socialdemocratico), non hanno la legittimità morale di chiedere le dimissioni del capo dello stato.
“Mentre voi volete sbarazzarvi di Traian Basescu per conquistare elettori, noi vogliamo sbarazzarci di Traian Basescu perchè non ha più la capacità di lottare contro la corruzione”, ha spiegato il deputato liberale Ludovic Orban.
I parlamentari del Partito Democratico-liberale (l’Opposizione di centro-destra) e del Partito Movimento Popolare (filo-presidenziale) non sono stati, invece, presenti in aula per il voto, mentre quelli dell’Unione Democratica Magiari di Romania (partner di governo) hanno votato secondo la propria conscienza, come ha affermato il loro leader, Kelemen Hunor.