Corruzione: scandalo al vertice
A meno di metà anno dalla fine dell’ultimo mandato cui ha diritto in conformità alla Costituzione, il presidente romeno, Traian Basescu, vive il più imbarazzante momento del decennio in cui, come capo dello stato, si è contraddistinto soprattutto per la lotta alla corruzione. Suo fratello, Mircea, è protagonista di un fascicolo di traffico d’influenza. I procuratori anticorruzione lo accusano che avvrebbe ricevuto 250 mila euro in cambio della promessa di intervenire per una sentenza favorevole nel fascicolo in cui l’uomo d’affari Sandu Anghel è stato condannato per tentato omicidio, dopo aver ferito un parente con un coltello.
Bogdan Matei, 20.06.2014, 15:30
A meno di metà anno dalla fine dell’ultimo mandato cui ha diritto in conformità alla Costituzione, il presidente romeno, Traian Basescu, vive il più imbarazzante momento del decennio in cui, come capo dello stato, si è contraddistinto soprattutto per la lotta alla corruzione. Suo fratello, Mircea, è protagonista di un fascicolo di traffico d’influenza. I procuratori anticorruzione lo accusano che avvrebbe ricevuto 250 mila euro in cambio della promessa di intervenire per una sentenza favorevole nel fascicolo in cui l’uomo d’affari Sandu Anghel è stato condannato per tentato omicidio, dopo aver ferito un parente con un coltello.
Anghel è noto soprattutto per le sue attività malavitose, come “padrino” della mafia zingara dell’Oltenia (regione nel sud del Paese). Personaggio polivalente, nessuno gli nega l’abilità di insinuarsi, grazie ai soldi e alla capacità di influire sui voti della comunità rrom, in cerchie che, apparentemente, gli dovrebbero essere inaccessibili e sulla cui protezione ha contato. Due dei suoi numerosi nipoti sono stati battezzati rispettivamente dall’ex premier del 1991-1992, l’attuale eurodeputato Theodor Stolojan, e dal fratello del presidente Basescu, Mircea, lui stesso uomo d’affari. Quest’ultimo è accusato da Anghel che avrebbe ricevuto tangenti per facilitare la sua liberazione dal carcere. Sebbene le prove audio, diffuse sulla stampa, non gli siano per niente favorevoli, Mircea Basescu smentisce tutto categoricamente, come anche qualsiasi coinvolgimento in questa vicenda di suo fratello, il presidente Basescu. Il capo dello stato ha dato, dal canto suo, assicurazioni che non interverrà presso nessuna istituzione dello stato per proteggere suo fratello.
“Non mi trasformerò nel suo avvocato, tanto più quanto mi sembra che si sia mischiato a persone cui non si sarebbe dovuto mischiare. Parto dalla premessa che davanti alla giustizia, a prescindere dal nome o dalla carica, siamo tutti uguali, ed essere il fratello del presidente non esonera dalla responsabilità davanti alla giustizia e alla legge”, ha dichiarato il presidente Basescu.
Persino i più accaniti avversari politici di Traian Basescu sembrano imbarazzati. Il premier Victor Ponta ha chiesto al presidente di rassegnare le dimissioni, per allontanare, cosi’, qualsiasi sospetto di influenza sull’inchiesta penale, ma neanche lui troppo convinto.
Al di là della posta in gioco politica, tutti gli aspetti di questo caso fanno sorgere dei seri interrogativi. Come ha ottenuto la famiglia del rrom Sandu Anghel i milioni di euro di cui parla nelle interviste? Ha mai pagato imposte allo stato per questi soldi? Doveva l’Intelligence indagare sul legame tra la malavita e i parenti del presidente? Andava il presidente informato che le debolezze del fratello minore sono diventate un rischio di sicurezza? L’ha saputo l’Intelligence romena e non ha detto niente? Lungi dal dare risposte convergenti, la stampa e gli analisti sono d’accordo solo sul fatto che il clamoroso scandalo al vertice è appena all’inizio…
(traduzione di Adina Vasile)