Parlamento: Senato celebra 150/o anniversario
Il 17 giugno è stato celebrato il 150esimo anniversario del Senato di Bucarest. Da tempo non si erano più riuniti nella stessa aula ex presidenti della repubblica e del Senato post-comunista, leader di partiti, del resto, rivali, e rappresentanti della Casa Reale. Allo stesso tempo mondana e celebrativa, la riunione è stata volta a ribadire l’importante ruolo dell’istituzione. Il Parlamento romeno è stato, sin dall’inizio, bicamerale, e il Senato ha quasi la stessa età dello stato romeno moderno. È stato creato nel 1864, a solo 5 anni dall’Unione dei Principati Romeni, Moldavia e Valacchia, sotto il principe Alexandru Ioan Cuza. Ha funzionato, ininterrotamente, sotto la Monarchia, fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando il regime autoritario di re Carlo II ha sciolto il Parlamento.
Bogdan Matei, 18.06.2014, 13:54
Dopo la Guerra, marionette degli occupanti sovietici, i comunisti romeni hanno creato un surrogato di organo legislativo monocamerale, chiamato la Grande Assemblea Nazionale. Solo dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989, il Senato è stato reistituito e gli sono state attribuite le funzioni di un’istituzione moderna, destinata a legiferare in un Paese che sarebbe diventato, nei primi anni 2000, membro della Nato e dell’Ue.
“Non vedo una Romania democratica senza un parlamento bicamerale, in cui il Senato eserciti le funzioni conferite 150 anni fa. Il ruolo del Parlamento, e del Senato in special modo, è fondamentale per mantenere quel equilibrio per cui, del resto, il Senato è stato chiamato Camera ponderatrice”, ha dichiarato in occasione dell’anniversario il premier Victor Ponta.
Per il presidente in carica del Senato romeno, il liberale Calin Popescu Tariceanu, la Camera superiore del Parlamento deve addattarsi ad una futura Europa delle regioni.
“Nella prospettiva del ruolo sempre più importante che tendono svolgere le regioni nell’attuale configurazione dell’Ue, in cui deve collocarsi anche la Romania, ritengo prioritario ritrovare questo principio e ridefinire il Senato, cosicchè esprima il punto di vista delle regioni e delle comunità locali e faciliti la loro collaborazione”, ha precisato Tariceanu.
Le speranze della classe politica non coincidono però per niente con i desideri dell’elettorato. I casi di senatori corrotti finiti dietro le sbarre, il massiccio assenteismo parlamentare, che ritarda la legiferazione, la sovrapposizione, per molto tempo, delle funzioni delle due camere di un Parlamento arrivato, dopo le ultime elezioni, a 600 membri, tutto ciò ha trasformato il Senato in una delle più impopolari istituzioni. Nel 2009, un referendum organizzato su richiesta dal capo dello stato Traian Basescu ha avuto l’effetto di una doccia fredda, rilevando che una schiacciante percentuale di romeni desidera un Parlamento monocamerale con solo 300 membri. Dopo il referendum non è successo più però nulla, il che non ha fatto altro che allontanare ancor di più, gli uni dagli altri, eletti ed elettori.
(traduzione di Adina Vasile)