Politica: riconfigurazioni prima delle presidenziali
In attesa della corsa presidenziale di quest’autunno, i partiti politici romeni cercano, già, di collocarsi sulla corsia migliore. I primi a mobilitarsi sono stati i principali partiti all’opposizione, Nazional-liberale e Democratico-liberale (ambo di centro-destra), che, subito dopo le europee dello scorso mese, hanno annunciato di negoziare un’alleanza. La quale, si auspicano i loro leader, dovrebbe contestare la spremazia dell’alleanza di sinistra Partito Socialdemocratico-Unione Nazionale per il Progresso della Romania-Partito Conservatore (partner al governo), che si è aggiudcata la metà dei seggi spettati alla Romania nel nuovo Europarlamento.
Florentin Căpitănescu, 11.06.2014, 14:57
In attesa della corsa presidenziale di quest’autunno, i partiti politici romeni cercano, già, di collocarsi sulla corsia migliore. I primi a mobilitarsi sono stati i principali partiti all’opposizione, Nazional-liberale e Democratico-liberale (ambo di centro-destra), che, subito dopo le europee dello scorso mese, hanno annunciato di negoziare un’alleanza. La quale, si auspicano i loro leader, dovrebbe contestare la spremazia dell’alleanza di sinistra Partito Socialdemocratico-Unione Nazionale per il Progresso della Romania-Partito Conservatore (partner al governo), che si è aggiudcata la metà dei seggi spettati alla Romania nel nuovo Europarlamento.
Dal canto suo, l’Alleanza governativa sembra non accontentarsi di essere un semplice spettatore al tentativo della Destra di serrare le fila, che, pensano gli osservatori, sembra capace di metterle i bastoni fra le ruote alle presidenziali di novembre. Il premier socialdemocratico Victor Ponta ha annunciato, sin dalla scorsa settimana, che sono iniziate le discussioni con il Partito del Popolo — Dan Diaconescu (l’opposizione populistica) per un’intesa che potrebbe portare cambiamenti inclusivamente nell’equipe di governo, non solo a livello locale.
“Non abbiamo ancora alcun risultato e ne discuteremo la prossima settimana, quando lo avremo. Se vogliamo cambiare qualcosa nella struttura del governo, ne discuteremo insieme”, ha detto Ponta.
Dal canto suo, l’Unione Democratica Magiari di Romania non vede di buon occhio l’iniziativa dei partner governativo. Perchè, afferma il leader dell’Unione, Kelemen Hunor, rendere il Partito del Popolo — Dan Diaconescu partner di governo lederebbe seriamente l’immagine dell’attuale Gabinetto.
“Dal punto di vista dell’immagine, sarebbe un disastro. Su piano locale, ciascuno fa le intese che vuole, ma, a livello governativo, nella coalizione, io non sono d’accordo. E credo che sarebbe un errore”, ha precisato Kelemen Hunor.
Il rifiuto dell’Unione Democratica Magiari di Romania, affermano gli analisti, non è per niente casualie. Il Partito del Popolo — Dan Diaconescu è la creazione di un ex patron di una tabloid tv, nel frattempo, chiusa, Dan Diaconescu, il quale è riuscito, nel contesto delle delusioni provocate dai grandi partiti dell’epoca post-comunista, a trasformare i suoi telespettatori, in genere con un’educazione modesta, in una massa elettorale. Una affatto trascurabile, visto che alle politiche del 2012, il Partito del Popolo-Dan Diaconescu è riuscito ad ottenere un soprendente 15%. Da allora però il partito ha cominciato la sua discesa, come potere elettorale — ottenendo solo il 4% alle recenti europee — e come rappresentanza nel Parlamento di Bucarest. Molti dei mercenari — come sono stati chiamati dalla stampa — che si sono candidati sotto la sigla del Partito del Popolo-Dan Diaconescu, una volta entrati nel Parlamento, hanno ulteriormente migrato verso altri partiti, una parte, ironicamente, proprio verso il Partito Socialdemocratico.