Europee: la scena politica dopo il voto
L’ingresso dei partiti euroscettici ed estremisti nel Parlamento Europeo in seguito alle recenti elezioni ha provocato shock e preoccupazione. Il trionfo del Fronte Nazionale in Fracia e dell’UKIP in Gran Bretagna boccia l’organizzazione attuale dell’UE e delle élite nazionali al governo, commentavano le agenzie stampa.
România Internațional, 27.05.2014, 12:04
L’ingresso dei partiti euroscettici ed estremisti nel Parlamento Europeo in seguito alle recenti elezioni ha provocato shock e preoccupazione. Il trionfo del Fronte Nazionale in Fracia e dell’UKIP in Gran Bretagna boccia l’organizzazione attuale dell’UE e delle élite nazionali al governo, commentavano le agenzie stampa.
I critici dell’UE hanno più che raddoppiato i seggi nel Legislativo comunitario, con un voto contro austerità e disoccupazione. L’esito dell’euroscrutinio ha indicato la necessità delle riforme nell’UE, affinchè sia capace di fare di più per risolvere i problemi che preoccupano la gente: posti di lavoro, crescita economica e un futuro migliore. D’altra parte, i leader europei devono adoperarsi per combattere l’ascesa dei partiti eurofobi ed estremisti.
Il commentatore politico romeno Bogdan Chirieac spiega che, nonostante i risultati ottenuti dagli euroscettici alle recenti elezioni, la costruzione comunitaria andrà avanti. Il commentatore ha dichiarato a Radio Romania che l’esito dello scrutinio è anche una conseguenza della profonda crisi economica affrontata dall’UE.
“Anche se i cittadini europei sono generalmente scontenti dei propri governi, parlamenti, del proprio sistema, alla fine, quando si mettono a pensarci un po’ sopra, si rendono conto che non vogliono il ripristino delle monete nazionale, la cessazione della libertà di circolazione delle persone, dei capitali, dei servizi, elementi fondamentali per la costituzione dell’Unione Europa. Inoltre, ce l’hanno un po’ con noi, i poveri dell’est, senza motivo, però, poichè non siamo stati noi a creare i grandi problemi. Noi li abbiamo solo rimborsati”, ha spiegato il commentatore.
La Romania contraddice questa tendenza preoccupante che si manifesta a livello europeo: non invierà nel PE nessun partito di orientamento populista o xenofobo.
D’altra parte, la decisione dei liberali, il principale partito all’opposizione, di passare dal gruppo ALDE a quello dei Popolari Europei, per evitare una Presidenza socialista della Commissione, ha destato le critiche degli ex colleghi comunitari, che l’hanno percepita come un tradimento dei valori liberali.