Europee: liste candidati definitive
Per alcuni dei candidati romeni alle europee del 25 maggio prossimo, la pre-campagna elettorale, com’è stata definita dagli analisti politici, si svolge nei tribunali. L’indipendente Mircea Diaconu potrà candidarsi per un seggio nel futuro Parlamento Europeo. La decisione, definitiva, è stata presa dalla Corte d’Appello di Bucarest, che ha esaminato le contestazioni inoltrate dall’Agenzia Nazionale per l’Integrità e dal Pubblico Ministero contro una precedente decisione del Tribunale di Bucarest. Sin dal 2011, l’Agenzia ha stabilito che Diaconu si è trovato in uno stato di incompatibilità, nel periodo in cui ha ricoperto, simultaneamente, due cariche pubbliche: di parlamentare e direttore di teatro. In base al rapporto dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità, accompagnato da una decisione del tribunale, stando alla quale Diaconu non ha più il diritto di ricoprire una carica pubbblica fino al 2015, l’Ufficio Elettorale Centrale aveva rifiutato la sua candidatura.
Florentin Căpitănescu, 10.04.2014, 13:11
Per alcuni dei candidati romeni alle europee del 25 maggio prossimo, la pre-campagna elettorale, com’è stata definita dagli analisti politici, si svolge nei tribunali. L’indipendente Mircea Diaconu potrà candidarsi per un seggio nel futuro Parlamento Europeo. La decisione, definitiva, è stata presa dalla Corte d’Appello di Bucarest, che ha esaminato le contestazioni inoltrate dall’Agenzia Nazionale per l’Integrità e dal Pubblico Ministero contro una precedente decisione del Tribunale di Bucarest. Sin dal 2011, l’Agenzia ha stabilito che Diaconu si è trovato in uno stato di incompatibilità, nel periodo in cui ha ricoperto, simultaneamente, due cariche pubbliche: di parlamentare e direttore di teatro. In base al rapporto dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità, accompagnato da una decisione del tribunale, stando alla quale Diaconu non ha più il diritto di ricoprire una carica pubbblica fino al 2015, l’Ufficio Elettorale Centrale aveva rifiutato la sua candidatura.
Sempre la Corte d’Appello di Bucarest ha deciso che la lista di candidati per le europee inoltrata da Corneliu Vadim Tudor, sotto la sigla del Partito la Grande Romania (nazionalista, extra-parlamentare), è eleggibile. L’Ufficio Elettorale Centrale aveva rifiutato di validarla per ragioni piuttosto tecniche, relative, principalmente, alle firme necessarie raccolte dagli attivisti del partito. Per Vadim, fondatore del Partito La Grande Romania, prototipo dell’estremismo di destra nella Romania post-comunista, le europee sono, stando agli osservatori, l’unica chance di sopravvivere politicamente. Dopo l’addio all’ala dissidente diretta dalla sua ex mano destra, Gheorghe Funar (sindaco di Cluj, negli anni ’90), il partito rimasto in mano a Vadim sopravvive esclusivamente grazie alla notorietà del suo leader. Con l’inizio, nel 2009, del suo mandato di eurodeputato, il classico discorso di Corneliu Vadim Tudor, abbondante in derive xeonofobe ed omofobe, è diventato più temperato, nel contesto in cui l’elettorato romeno non vibra più, come nel passato, ai temi sentitamente nazionalistici.