Estremismo: Bucarest contempla divieto Jobbik in Romania
Lunedì, una marcia non autorizzata, promossa, a Targu Mures (nel centro della Romania), da organizzazioni di estrema destra dall’Ungheria, cui si sono affiancati anche cittadini romeni di etnia magiara, è degenerata in un conflitto con le forze dell’ordine. Dimostranti incappucciati hanno lanciato petardi, sono entrati sulla strada carrabile, hanno spinto i gendarmi e hanno scandito slogan antiromeni. Essi hanno chiesto la concessione dell’autonomia territoriale alla cosiddetta Contrada dei Sekler, l’unica zona della Romania a maggioranza magiara. Gli incidenti hanno provocato inquietudine nel Paese. Non perchè sarebbero state più gravi, ad esempio, delle zuffe, quasi ritualiche degli anni scorsi, tra i gendarmi e i tifosi delle squadre di calcio romene, ma perchè il momento e il luogo in cui sono avvenuti sono carichi di ricordi traumatizzanti.
Bogdan Matei, 12.03.2014, 12:52
Lunedì, una marcia non autorizzata, promossa, a Targu Mures (nel centro della Romania), da organizzazioni di estrema destra dall’Ungheria, cui si sono affiancati anche cittadini romeni di etnia magiara, è degenerata in un conflitto con le forze dell’ordine. Dimostranti incappucciati hanno lanciato petardi, sono entrati sulla strada carrabile, hanno spinto i gendarmi e hanno scandito slogan antiromeni. Essi hanno chiesto la concessione dell’autonomia territoriale alla cosiddetta Contrada dei Sekler, l’unica zona della Romania a maggioranza magiara. Gli incidenti hanno provocato inquietudine nel Paese. Non perchè sarebbero state più gravi, ad esempio, delle zuffe, quasi ritualiche degli anni scorsi, tra i gendarmi e i tifosi delle squadre di calcio romene, ma perchè il momento e il luogo in cui sono avvenuti sono carichi di ricordi traumatizzanti.
Nel 1990, sempre nel mese di marzo e sempre a Targu Mures, le tensioni interetniche, fomentate anche dagli irredentisti dall’Ungheria e da agenti dell’ex polizia politica in Romania, sono esplose diventando scontri di piazza e portando al ferimento o alla morte di molte persone, tra romeni e magiari. Quell’episodio nero della transizione post-comunista avveniva a meno di tre mesi dalla Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989.
Oggi, la Romania e l’Ungheria sono alleate nella NATO e partner nell’Ue, le due comunità, romena e magiara, convivendo, sennò cordialmente, comunque, civilmente, e il principale partito politico degli etnici magiari, l’Unione Democratica Magiari di Romania, è stato nuovamente cooptato, di recente, nel Governo di Bucarest. Visibilmente irritato dall’incidente di lunedi’, il presidente Traian Basescu ha chiesto al Governo e al Parlamento di emanare un atto normativo che vieti la presenza in Romania dei membri del partito ungherese di estrema destra Jobbik, uno degli organizzatori della marcia di Targu Mures. Il capo dello stato ha annunciato che avrebbe affrontato questo argomento anche nella prossima riunione del Consiglio Supremo di Difesa.
“La libertà, la democrazia, il diritto di circolazione, il diritto alla libertà di espressione non possono andare fino a fare del male agli altri, attraverso approcci estremistici, e Jobbik è un partito estremista di cui si vergognano persino i governanti di Budapest, che non lo accettano nelle alleanze. Non vedo perchè dovremmo vergognarcene noi di cacciarlo fuori o di vietare il suo accesso in Romania”, ha dichiarato il presidente.
La terza forza politica in Ungheria, dopo i conservatori e i socialisti, lo Jobbik è uno dei più virulenti movimenti politici di estrema destra, ultranazionalisti e irredentisti. Passato, di recente, all’opposizione, il leader liberale romeno Crin Antonescu si è detto d’accordo con la richiesta del presidente Traian Basescu. Mentre l’Unione Democratica Magiari di Romania ha preso le distanze da qualsiasi manifestazione violenta ed estremistica.
“Io non sono d’accordo che vengano persone dall’Ungheria, nè Jobbik, nè altre organizzazioni a protestare da noi o a Targu Mures o in altre località”, ha detto il leader dell’Unione Democratica Magiari di Romania, il vicepremier Kelemen Hunor.
Gli analisti politici ricordano che, presto, in Ungheria si terranno non solo elezioni europee, ma anche politiche. E valutano che, fomentando con cinismo l’odio interetnico, lo Jobbik va, semplicemente, a caccia di voti.