Giustizia: condanne nel calcio romeno
Epilogo a lungo atteso, in una causa che durava da 6 anni: otto dei più influenti personaggi del mondo calcistico romeno sono stati condannati a pene detentive per truffa, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale. Le condanne ricevute, tra 3 e 6 anni di reclusione, sono definitive. Nella lista dei condannati si ritrovano nomi adorati, rispettati, odiati o temuti nel passato, di personaggi-chiave dello sport più popolare in Romania. Tra cui i fratelli Ioan e Victor Becali, gli impresari romeni più gettonati, che, da due decenni, intermediano i trasferimenti all’estero dei migliori calciatori romeni. Ma anche Mihai Stoica, attuale manager generale del più prestigioso brand sportivo del Paese, Steaua di Bucarest, che è stato condannato per reati compiuti quando era presidente del club calcistico Otelul di Galati (nel sud-est). George Copos, presso la Rapid, Cristian Borcea e Gheorghe Netoiu, presso la Dinamo, sono stati non solo azionisti, ma anche capi onnipotenti nel periodo in cui i due club calcistici bucarestini vincevano campionati nazionali e partecipavano con un certo successo alle Coppe europee.
Bogdan Matei, 05.03.2014, 12:43
Presto ottuagenario, Jean Padureanu ha diretto per decine di anni Gloria di Bistrita (nel nord-ovest), un club piuttosto mediocre, ma celebre per l’implicazione nelle cosiddette partite strategiche, con risultati decisi non sul campo, ma dietro le quinte. L’unico dei condannati che sembra suscitare compassione e rimpianti tra i tifosi è l’ex grande calciatore Gheorghe Popescu, collaboratore occasionale e, adesso, complice dei fratelli Becali. Con 115 selezioni nella nazionale, tanto amata negli anni ’90, con numerosi trofei vinti con le squadre di diversi club — PSV Eindhoven, FC Barcellona e Galatasaray Istanbul -, Popescu era, fino a ieri, ritenuto favorito alle elezioni per la carica di presidente della Federazione Romena di Calcio. Con biografie, abilità e palmares tanto diversi, gli otto hanno avuto, oltre al calcio anche altry hobby comuni: la truffa, il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale. Questi i reati compiuti attraverso le transazioni illegali per il trasferimento di 12 calciatori verso club esteri, con danni di quasi 1,5 milioni di dollari per lo stato e di oltre 10 milioni di dollari per 4 club calcistici.
È stata la classica truffa: la somma reale per il trasferimento era ogni volta maggiore di quella dichiarata pubblicamente, versata al club e tassata dal Fisco. La differenza entrava nelle tasche dei cosiddetti uomini del calcio — impresari, azionisti, presidenti — che intermediavano i trasferimenti. Il “palmares” di reati degli otto — dicono sia la stampa, che i tifosi — è una delle cause della mediocrità che sembra senza cura con cui si confronta, da più di un decennio, l’intero mondo calcistico romeno.