Corruzione: rapporto UE sui 28 stati membri
La corruzione nei 28 stati membri costa l’economia dell’Unione Europea circa 120 miliardi di euro all’anno. Questa la conclusione del primo rapporto sulla lotta alla corruzione con cui la Commissione Europea fa una radiografia del fenomeno nell’intero spazio comunitario. Dalla Svezia a Malta e dal Portogallo alla Grecia, nessun Paese Ue è immune.
Bogdan Matei, 04.02.2014, 12:25
“Il primo rapporto sulla lotta alla corruzione rileva che gli stati membri possono contrastare la corruzione con politiche che vanno attuate e suggerisce agli stati europei come combattere la corruzione al vertice. Il rapporto mostra chiaramente che il livello di corruzione varia da uno stato all’altro, che la corruzione colpisce tutti gli stati membri. Non esistono Paesi senza corruzione in Europa”, ha dichiarato la commissaria Ue agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom.
I settori più colpiti sono collegati all’amministrazione e alla politica. Si tratta degli acquisti pubblici e del finanziamento dei partiti. Il rapporto mostra che il 93% dei romeni credono che nel loro Paese la corruzione sia largamente diffusa. In Romania e Bulgaria, che hanno aderito all’Ue nel 2007 e sono ancora monitorate attraverso rapporti supplementari nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, ci sono esempi di buone pratiche, evidenziati nelle sezioni dedicate ai due Paesi.
“In tutti gli stati ci sono esempi positivi e, certamente anche in Romania. I due Paesi, Romania e Bulgaria, sono monitorati attraverso il Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della Giustizia, ma qui le cose stanno diversamente. Parliamo di un set diverso di indicatori. Gli sforzi compiuti dai due Paesi si riflettono nel rapporto stilato nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, sono riconosciuti da noi e, come dicevo all’inizio, molti stati compiono sforzi, ma non sono sufficienti”, ha precisato la Malmstrom.
Stando al rapporto, sia la piccola corruzione, che la corruzione al vertice restano un problema sistemico in Romania. Ci sono dei risultati positivi nel perseguimento penale e, di recente, nel rinvio a giudizio degli imputati nei casi di corruzione al vertice, in seguito agli sforzi degli organismi specializzati, come il Dipartimento Nazionale Anticorruzione (DNA). Ma i risultati restano instabili e lievemente reversibili, rileva il rapporto della Commissione Europea.
Stando alla DNA, tra il 2006 e il 2012, in Romania sono stati dirottati, attraverso corruzione e frode, 36 milioni di euro dai fondi europei. Anche gli acquisti pubblici a livello locale sono molto vulnerabili alla corruzione. Per quanto riguarda la piccola corruzione, la bustarella è una pratica abituale nel sistema sanitario romeno, gravato dai salari molto bassi dei medici e del personale ausiliare. Il 28% dei romeni intervistati che si sono rivolti ai servizi delle istituzioni sanitarie pubbliche hanno dichiarato di essere stati costretti a dare la bustarella, oltre alle tariffe ufficiali.