Giustizia: rapporto CE sulla Romania
Nel 2007, quando entrava a far parte dell’Unione Europea, la Romania doveva ancora risolvere certi aspetti relativi alla riforma della giustizia e allo sradicamento della corruzione. Di conseguenza, la Commissione Europea ha istituito un cosiddetto Meccanismo di cooperazione e verifica, per tenere sotto costante monitoraggio i progressi in materia di giustizia, pubblicando periodicamente dei rapporti.
Roxana Vasile, 23.01.2014, 13:28
Nel 2007, quando entrava a far parte dell’Unione Europea, la Romania doveva ancora risolvere certi aspetti relativi alla riforma della giustizia e allo sradicamento della corruzione. Di conseguenza, la Commissione Europea ha istituito un cosiddetto Meccanismo di cooperazione e verifica, per tenere sotto costante monitoraggio i progressi in materia di giustizia, pubblicando periodicamente dei rapporti.
A Bucarest, il documento viene accolto ogni volta con interesse. Mentre la maggioranza del momento mette in risalto gli aspetti positivi, l’opposizione ha un’occasione in più di proferire critiche. La valutazione di quest’anno era tanto più attesa in quanto alcuni Paesi dell’UE continuano a condizionare dal rapporto la loro luce verde all’ingresso della Romania nell’Area Schengen.
Il documento reso noto a Bruxelles sottolinea i progressi della Romania in numerosi settori. Il bilancio delle istituzioni-chiave della giustizia e in materia di integrità si conferma positivo, nonostante alcune circostanze difficili.
La Commissione Europea si dichiara contenta dell’adozione di alcune modifiche legislative necessarie e lungamente attese, e la collaborazione tra le istituzioni giudiziarie e il Ministero della Giustizia contribuisce alla soluzione dei problemi di tipo dirigenziale.
La Commissione inoltra anche delle raccomandazioni, soprattutto con riferimento all’indipendenza e alla riforma della giustizia, all’integrità e al contrasto alla corruzione. Di conseguenza, il premier Victor Ponta ha chiesto al Guardasigilli di presentare in maniera obiettiva ed equilibrata tutto quanto notato dalla CE nel rapporto.
“Abbiamo visto le dichiarazioni del portavoce della Commissione Europea: la Romania ha compiuto progressi importanti e sostanziali. Dal punto di vista della Commissione, ci riconfermiamo completamente preparati per entrare nell’Area Schengen. Sicuramente, si tratterà di una decisione politica degli stati membri. La prego di presentare, spiegare e applicare in maniera equilibrata e professionale tutti gli aspetti inclusi nel rapporto relativo al Meccanismo di cooperazione e verifica, a prescindere dal modo in cui saranno speculati politicamente”, ha detto il premier.
Per la voce dell’ex Guardasigilli Catalin Predoiu, l’opposizione democratico-liberale vede nel rapporto una prova del fatto che l’attuale maggioranza dell’Unione social-liberale abbia commesso un attentato contro lo stato di diritto e l’indipendenza della giustizia. Invece, gli apprezzamenti sarebbero, in realtà, l’effetto delle misure applicate dai precedenti governi democratico-liberali, sostiene Catalin Predoiu.
“Cosa si legge nel rapporto? La cosa più importante: lo stato di diritto è stato esposto, l’indipendenza della giustizia continua ad essere esposta ai colpi politici. La parte negativa del rapporto riguarda esplicitamente l’Unione social-liberale”, ha detto Catalin Predoiu.
La Commissione Europa mantiene una serie di preoccupazioni in materia di indipendenza della giustizia, ma non definisce esplicitamente il rapporto come positivo o negativo. Il documento va capito nella forma in cui è stato elaborato: sono stati compiuti dei progressi in certi settori e ci sono ancora dei passi da compiere in altri.
Bucarest definisce come artificiale la condizione dell’ingresso di Romania a Schengen da questo rapporto, dal momento che si tratta di cose diverse. La valutazione per Schengen avviene esclusivamente in base a criteri tecnici, che la Romania già riunisce.