Codice penale: ancora polemiche maggioranza – opposizione
Continuano le polemiche tra la maggioranza dell’Unione social-liberale e l’opposizione democratico-liberale sulle modifiche al Codice penale, adottate dal Parlamento di Bucarest, le quali prevedono che il capo dello stato, i parlamentari e le persone che praticano le professioni liberali non potranno più essere indagati e sanzionati per fatti commessi nell’esercizio delle attribuzioni o per conflitto d’interessi.
România Internațional, 16.12.2013, 12:20
Continuano le polemiche tra la maggioranza dell’Unione social-liberale e l’opposizione democratico-liberale sulle modifiche al Codice penale, adottate dal Parlamento di Bucarest, le quali prevedono che il capo dello stato, i parlamentari e le persone che praticano le professioni liberali non potranno più essere indagati e sanzionati per fatti commessi nell’esercizio delle attribuzioni o per conflitto d’interessi.
Il presidente Traian Basescu ha annunciato che restituirà al Parlamento la normativa e, se non verrà ritirata, la contesterà alla Corte Costituzionale. Le modifiche al Codice penale hanno portato domenica sera per le strade di Bucarest anche un migliaio di romeni scontenti, che hanno sollecitato le dimissioni del governo.
Intanto, i socialdemocratici negano che le modifiche fossero favorevoli ai deputati e ai senatori, a differenza dell’opposizione democratico-liberale, contraria alla legge, che minaccia con lo sciopero parlamentare.
Il deputato socialdemocratico Eugen Nicolicea sostiene che le modifiche non conferissero ai parlamentari una cosiddetta superimmunità, in quando continueranno a rispondere in caso di accuse di corruzione o conflitto d’interessi. Da membro della Commissione giuridica della Camera, che ha elaborato le modifiche, Eugen Nicolicea ribadisce che negli ultimi giorni si sono verificate delle confusioni riguardanti le conseguenze.
“E’ falsa l’affermazione stando alla quale i parlamentari sono stati esclusi dalla categoria dei funzionari pubblici. Per essere funzionario pubblico, nel senso del Codice penale, la principale condizione è quella di essere al servizio di un’istituzione pubblica. E’ ovvio che ciò non accade, anche se il Senato e la Camera dei Deputati sono istituzioni pubbliche. I parlamentari non sono al servizio della Camera dei Deputati, al servizio del Senato. Sono, invece, i consiglieri, il personale tecnico e gli altri dipendenti, ma non i parlamentari, così come neanche il capo dello stato è al servizio della Presidenza dello Stato”, ha detto il deputato.
Le modifiche apportate dal Parlamento di Bucarest al Codice Penale hanno scatenato una serie di reazioni critiche interne e internazionali. Ci sono dei timori che sarà frenata l’attività della Direzione Nazionale Anticorruzione e dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità, le principali strutture che indagano le cariche pubbliche.