Giacimenti: Senato boccia ddl Rosia Montana
Attestata nei documenti sin dal 131 e sita su quello che sarebbe il maggiore giacimento d’oro in Europa, Rosia Montana (nel centro della Romania) resta divisa tra i sostenitori dell’avvio dello sfruttamento dell’oro con la tecnologia basata su cianuri e gli oppositori ambientalisti che, da 12 settimane, scendono in piazza nella capitale Bucarest e in altre città del Paese. Le loro proteste non sono rimaste senza eco e, l’11 novembre, la Commissione parlamentare speciale ha bocciato il ddl del Governo su Rosia Montana. Il ddl è stato bocciato anche dai senatori romeni, in questo senso esprimendosi nella plenaria i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, tranne i democratico-liberali, all’opposizione. Sempre nel Senato, il leader del gruppo socialdemocratico, Ilie Sarbu, ha annunciato che il rapporto della Commissione speciale su Rosia Montana è stato inviato alla Procura Generale.
Corina Cristea, 20.11.2013, 12:50
Attestata nei documenti sin dal 131 e sita su quello che sarebbe il maggiore giacimento d’oro in Europa, Rosia Montana (nel centro della Romania) resta divisa tra i sostenitori dell’avvio dello sfruttamento dell’oro con la tecnologia basata su cianuri e gli oppositori ambientalisti che, da 12 settimane, scendono in piazza nella capitale Bucarest e in altre città del Paese. Le loro proteste non sono rimaste senza eco e, l’11 novembre, la Commissione parlamentare speciale ha bocciato il ddl del Governo su Rosia Montana. Il ddl è stato bocciato anche dai senatori romeni, in questo senso esprimendosi nella plenaria i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, tranne i democratico-liberali, all’opposizione. Sempre nel Senato, il leader del gruppo socialdemocratico, Ilie Sarbu, ha annunciato che il rapporto della Commissione speciale su Rosia Montana è stato inviato alla Procura Generale.
“Per la tranquillità di coloro che sono implicati nel progetto, il rapporto è stato inviato alla Procura Generale, almeno per gli atti compiuti e che sono stati segretati. Il tempo passa, ma i fascicoli penali restano, quindi lo facciamo per avere almeno questa soddisfazione, di aver fatto luce in questo caso”, ha precisato Ilie Sarbu.
L’annuncio è arrivato dopo una serie di svelamenti fatti nel Parlamento dalla socialdemocratica Gabriela Firea, membro della Commissione speciale, la quale ha affermato che i romeni dovrebbero sapere che l’autorizzazione di sfruttamento per questo progetto minerario è stata concessa nel 1998, e chi l’ha concessa è il democratico-liberale Radu Berceanu, l’allora ministro delle Industrie.
“L’autorizzazione è semplicemente stata trasferita a titolo gratuito dall’azionista romeno di minoranza all’azionista straniero di maggioranza. E la partecipazione dello stato è stata diminuita dal 33 al 19%”, ha precisato Firea.
Le conclusioni della Commissione speciale per Rosia Montana sono state presentate dal suo presidente, Darius Valcov, stando al quale il progetto non riunisce tutti i requisiti complessi sullo svolgimento dell’attività di sfruttamento delle risorse minerarie in Romania. Darius Valcov ritiene, inoltre, che sia necessaria l’analisi di scenari alternativi sulla partecipazione e i proventi dello stato dagli sfruttamenti minerari, visto l’esempio di altri stati. Nelle attuali condizioni, lo sfruttamento minerario nei Carpazi Occidentali porterebbe all’economia romena 5,2 miliardi di dollari, rendendo la Romania il principale produttore d’oro in Europa.