Sanità: sistema nazionale in crisi
Medici scontenti dei salari intascati nel Paese in cerca di lavoro all’estero, servizi ospedalieri che lasciano a desiderare, pazienti esasperati, costretti a volte a comprare le medicine, sono esempi che illustrano l’attuale situazione del sistema sanitario romeno.
Roxana Vasile, 11.11.2013, 12:46
Medici scontenti dei salari intascati nel Paese in cerca di lavoro all’estero, servizi ospedalieri che lasciano a desiderare, pazienti esasperati, costretti a volte a comprare le medicine, sono esempi che illustrano l’attuale situazione del sistema sanitario romeno.
La scorsa settimana, il presidente della Cassa nazionale per le assicurazioni sanitarie, Cristian Busoi, precisava che, nel 2014, il budget stanziato al settore sarà superiore a quello concesso per il corrente anno. E sempre lui diceva che, tra l’altro, andrà guardato con attenzione il finanziamento degli ospedali.
Appunto a causa dei debiti accumulati nei confronti dei fornitori, il Ministero della Salute ha revocato tre manager di ospedali del Paese. “Questi ospedali hanno accumulato degli arretrati, quindi i manager non hanno fatto i compiti, bloccando in questo modo alcune compagnie. Ma voglio precisare che si tratta solo di tre ospedali dei 340 esistenti in Romania”, ha detto il ministro Eugen Nicolaescu.
Il Collegio dei medici non condivide l’opinione del Ministero e va oltre al semplice conto dei debiti. “Per non accumulare degli arretrati, i medici chiedono ai pazienti di comprare medicine e materiali sanitari, cosicchè apparentemente il rispettivo ospedale è molto effcace. Però, quella struttura non genera salute e mette anche i pazienti in difficoltà”, ha dichiarato il presidente del Collegio, Vasile Astarastoae.
Per di più, il Collegio dei medici ritiene che la revoca dei tre manager è volta a distrarre l’attenzione dallo scarso finanziamento del sistema. Dello stesso problema si lamentano anche i sindacalisti, che si preparano per lo sciopero generale, per il cui avvio sarebbero già state raccolte oltre 70.000 firme. I sindacalisti sollecitano, tra l’altro, il 6% del Pil al settore e crescite salariali del 50% per i medici residenti.
Il premier socialdemocratico Victor Ponta ha detto che gli oltre 14.000 medici residenti potrebbero ricevere, oltre ai salari, borse mensili di 150 euro, previste dalla bozza della Finanziaria per l’anno prossimo.
“Voglio che sia ben chiaro: io non mi aspetto che, con 150 euro in più, la vita dei medici residenti diventi d’un tratto straordinaria. Però voglio trasmettere un certo messaggio. Ho guardato molto attentamente a cosa dicono i commentatori del sistema, i quali spiegano che il principale problema dei medici di Romania non sono i soldi, bensì la mancanza di rispetto per quello che fanno. I fondi salariali che abbiamo in più dal budget andranno da loro. E’, in primo luogo, un segno di rispetto”, ha detto il premier Victor Ponta.
In Romania, un medico residente principiante intasca circa 200 euro al mese.