Giacimenti: gas scisto e oro, tra benefici economici e rischi ambientali
Piuttosto trascurati dopo il crollo del comunismo, durante una transizione che ha comportato anche una disindustrializzazione progressiva del Paese, i giacimenti della Romania cominciano a ridestare controversie. Siccome lo stato non ha nè fondi, nè attrezzature, nè specialisti capaci di esplorare e sfruttare le risorse sotterranee, molte sono state date in concessione ad investitori stranieri. I metodi delle compagnie straniere spesso rischiano di ledere gli interessi delle comunità locali e le sensibilità degli ambientalisti, motivo per cui non sono pochi i progetti di sfruttamento rinviati, bloccati o annullati. Ieri, la celebre compagnia americana Chevron ha sospeso temporaneamente l’attività nel comune di Pungesti, nella provincia di Vaslui (nell’est), dopo 4 giorni di intense proteste degli abitanti contro l’esplorazione e, ulteriormente, lo sfruttamento dei gas di scisto nella zona. Inoltre, i consiglieri locali hanno votato all’unanimità per l’organizzazione, il mese prossimo, di un referendum locale, dove gli abitanti si pronuncino per lo sfruttamento o meno dei gas di scisto sul territorio del loro comune.
Bogdan Matei, 18.10.2013, 12:47
Gli studi di specialità affermano che, una volta sfruttati, i gas di scisto in Romania potrebbero assicurare la sua indipendenza energetica per un secolo. Altri specialisti ammoniscono però che gli effeti colaterali dei metodi di sfruttamento vanno dal grave inquinamento fino a piccoli terremoti. Tra la posta in gioco economica e quella ecologica, le autorità sono, quindi, costrette ad un equilibrismo rischioso. Sebbene in generale sensibile ai messaggi dei cittadini, il premier romeno Victor Ponta ha affermato che le proteste degli ultimi giorni non hanno cambiato la sua posizione. Ponta afferma che la Romania deve essere indipendente dal punto di vista energetico, anche se ciò intralcia gli interessi degli altri.
“Ci sono tante disinformazioni sul tema che, ovviamente, dietro queste disinformazioni c’è anche una campagna portata da chi vuole che non siamo indipendenti, da chi vuole che non ci sviluppiamo come Paese, da chi non vuole che la Romania abbia anche un’industria. Credo che ci siano interessi privati contrari agli interessi della Romania”, ha dichiarato Ponta.
Il premier, affermano gli analisti, avrebbe accennato in questa dichiarazione alla compagnia russa Gazprom. La quale, nel tentativo di mantenere il suo quasi-monopolio sulle forniture di gas in Europa, sponsorizzerebbe sia le campagne sulla stampa, che le proteste di piazza contro lo sfruttamento dei gas di scisto. D’altra parte, il Governo di Bucarest è stato costretto a fare un passo indietro anche nella questione dello sfruttamento dei giacimenti auriferi di Rosia Montana, della Provincia di Alba, nel centro della Romania.
Il ddl del Governo su questi giacimenti, dati in concessione alla compagnia canadese Gabriel Resources, è stato cambiato sostanzialmete in seguito ai dbattiti nella Commissione parlamentare speciale. I senatori e deputati hanno deciso, inoltre, di trasformare il testo di legge in un progetto di regolamentazione a livello nazionale dello sfruttamento dei giacimenti d’oro e argento. A Rosia Montana, a Bucarest, in altre grandi città del Paese e all’estero, l’annuncio che nell’estrazione dell’oro nella zona veranno adoperati cianuri è stato seguito da ampie e intense proteste di piazza. Giovedi’ notte, il ministro della Cultura, Daniel Barbu, uno dei promotori del decreto governativo che autorizzava questo metodo, è dovuto essere salvato dai gendarmi dai dimostranti che avevano circondato la sua auto.