Carceri CIA: PE sollecita riapertura indagini
Torna di nuovo alla ribalta la questione dei presunti carceri segreti della CIA, con la sollecitazione rivolta dal Parlamento europeo alla Romania e ad altri 12 stati membri dell’UE di riaprire le indagini in tal senso.
Bogdan Matei, 11.10.2013, 12:18
In una risoluzione adottata in plenaria, gli eurodeputati hanno chiesto, in prima, anche l’audizione dei ministri che avevano accesso alle informazioni connesse a questo argomento. I firmatari della risoluzione si dichiarano delusi del silenzio delle autorità di Bucarest, accusandole di coprire l’intelligence staunitense.
In realtà, le autorità romene non sono mai rimaste in silenzio. I governi che si sono succeduti a Bucarest, l’ex presidente Ion Iliescu, il capo dello stato in carica, Traian Basescu, hanno negato costantemente l’esistenza sul territorio della Romania di carceri segreti in cui agenti americani avrebbero indagato sotto tortura dei sospetti di terrorismo.
La stessa conclusione è emersa anche dalle indagini condotte da una commissione speciale, istituita dal Parlamento di Bucarest. Da parte sua, il ministro degli Esteri, Titus Corlatean, ha dichiarato che Bucarest esaminerà attentamente la risoluzione adottata dal Parlamento europeo, sottolineando che si tratta di un documento politico, senza contenuto giuridico obbligatorio.
Corlatean ha ricordato che in Romania è stata già condotta un’indagine estremamente dettagliata e trasparente. Le numerose audizioni e i documenti controllati hanno portato alla stessa conclusione: l’esistenza dei cosiddetti carceri sporchi non si può dimostrare.
Commentatori di posizione neutrale affermano che la Romania è un falso target, e i sospetti sarebbro dovuti al suo schieramento con la coalizione antiterrorista internazionale subito dopo gli attentati avvenuti negli Stati Uniti l’11 settembre 2001.
Ora, la parola di tutte le autorità romene è messa sulla bilancia insieme alle affermazioni del siriano Muhammad al–Nashiri, ritenuto uno dei leader dell’Al-Qaeda, il quale sostiene di essere stato torturato in un carcere segreto della CIA in Romania.
I fatti per i quali la Romania sarebbe sospettata risalirebbero al 2003, e il programma della CIA sarebbe stato chiuso tre anni più tardi, secondo quanto sostiene un rapporto pubblico all’inizio dell’anno dall’ong americana Open Society Justice. Lo stesso rapporto sostiene che la Romania fosse stata solo uno scalo verso la destinazione finale — il carcere di massima sicurezza di Guantanamo.