Boschi: verso nuovo Codice aree forestali
Approvato la scorsa settimana dal Governo, il nuovo Codice delle aree forestali dovrebbe essere adottato dal Parlamento dopo dibattiti in regime di urgenza. A causa dei disboscamenti, dalla Rivoluzione anticomunista del 1989 ad oggi, la Romania ha perso circa 400.000 ettari di bosco, per danni che superano i 5 miliardi di euro.
Roxana Vasile, 10.10.2013, 13:31
La gestione inefficace e, in alcune zone, gli abbattimenti incontrollati, hanno praticamente distrutto le foreste. Preoccupante è il fatto che il tasso degli abbattimenti è per due volte superiore a quello dei rimboschimenti naturali o fatti dalla Romsilva, il gestore nazionale delle foreste di proprietà statale, o dai proprietari privati.
Di conseguenza, il nuovo Codice prevede sanzioni dure per i ladri di legname, che andranno in carcere se ruberanno un albero o mille. I boscaioli che li aiuteranno perderanno l’autorizzazione di pratica e il posto di lavoro.
Il ministro con delega alle risorse idriche e forestali, Lucia Varga, ha assicurato che ci saranno degli stimoli per i proprietari che non taglieranno i propri boschi, con somme che andranno fino ai 200 dollari all’ettaro. Invece, il legname non potrà più essere venduto direttamente dal bosco, bensì esclusivamente da depositi speciali e solo misurato e tagliato.
Da parte sua, il direttore generale dell’Ente Nazionale delle Risorse Boschive, Adam Craciunescu, ha spiegato che, grazie a queste regolamentazioni, i documenti che dimostrano la provenienza certa del legname saranno emessi dal gestore della foresta, cosicchè le ditte private non potranno più emettere le proprie autorizzazioni di spedizione.
“Tramite il nuovo Codice, i boscaioli e i gestori del fondo forestale avranno la piena responsabilità sulla provenienza del legname che arriva sul mercato. Stiamo lavorando a un soft che consenta l’inserimento nel sistema del legname, in modo tale da essere controllato in qualsiasi momento”, ha spiegato Adam Craciunescu.
Invece, i proprietari di boschi e i silvicoltori sostengono che le nuove normative renderanno ancora più difficile l’attività: i depositi, soprattutto in montagna, saranno insufficienti, il personale scarso e le spese aumenteranno. C’è poi anche il rischio del monopolio delle grandi imprese.
Inoltre, l’opposizione politicia ritiene che le regole strette imposte dalle autorità nel caso delle foreste di proprietà statale non saranno valide per quelle private. Però, il Governo vuole un management moderno per por fine ai saccheggi commessi nei boschi del Paese.