Giacimenti: ancora proteste e dibattiti su Rosia Montana
Nel fine settimana, migliaia di romeni contrari al progetto dello sfruttamento aurifero di Rosia Montana (centro della Romania) hanno protestato di nuovo a Bucarest e in altre città del Paese.
România Internațional, 07.10.2013, 14:28
Nel fine settimana, migliaia di romeni contrari al progetto dello sfruttamento aurifero di Rosia Montana (centro della Romania) hanno protestato di nuovo a Bucarest e in altre città del Paese.
I manifestanti hanno chiesto il ritiro del controverso ddl che regola lo sfruttamento di questi giacimenti, l’annullamento del contratto con la compagnia canadese che dovrebbe sfruttare le risorse, il divieto degli sfruttamenti tramite procedure a base di cianuri e l’inserimento del sito di Rosia Montana nel patrimonio dell’UNESCO.
Invece, i sostenitori del progetto, soprattutto abitanti del posto, dicono che l’apertura della miniera creerebbe posti di lavoro e risolverebbe i problemi economici e sociali della zona.
Una missione difficile spetta alla Commissione parlamentare incaricata a esaminare il progetto di Rosia Montana, che, in seguito a udizioni, analisi e visite sul posto, dovrà elaborare un rapporto. I lavori della commissione sono entrati nella terza e ultima settimana di attività.
Intanto, le opinioni della classe politica e della società civile restano divise. Dall’opposizione, i democratico-liberali e l’Unione democratica magiari di Romania hanno annunciato che non voteranno il ddl approvato dal Governo.
In maniera sorprendente, i liberali, partner dei socialdemocratici nella maggioranza, annunciano anche loro di votare contro, anche se hanno dei ministri nel governo.
Le opinioni sono divise anche tra i socialdemocratici, la principale forza della maggioranza dell’Unione social-liberale. Ascoltati dalla Commissione parlamentare, i rappresentanti del Governo hanno dichiarato che, in seguito ai nuovi negoziati sul contratto con la compagnia canadese, lo Stato romeno ha ottenuto condizioni molto migliori sia in materia di condizioni ambientali, che in materia di rendite e partecipazione.
Il ministro con delega al Bilancio, Liviu Voinea, ha dichiarato che, solo dalle rendite, lo Stato romeno dovrebbe incassare tra i 400 e i 600 milioni di dollari, a seconda del prezzo dell’oncia d’oro sui mercati internazionali.
I rappresentanti della compagnia canadese hanno assicurato la Commissione parlamentare che i vantaggi sono superiori agli svantaggi, sostenendo che le procedure di estrazione a base di cianuri non lederanno l’ambiente e la salute della gente, e rispetteranno la legislazione europea. Inoltre, lo sfruttamento di Rosia Montana porterebbe all’economia romena 5,2 miliardi di dollari.
Dall’altro schieramento, gli oppositori del progetto ammoniscono che i benefici economici sono inferiori ai danni arrecati all’ambiente, irreversibili a loro avviso. I contestatari affermano che le gallerie romane della zona sarebbero distrutte, insieme ad alcuni massicci montuosi.
Ascoltato la scorsa settimana dalla Commissione parlamentare di vigilanza dell’intelligence, il capo del Servizio Romeno di Informazioni, George Maior, ha dichiarato che Rosia Montana costituisce un problema di sicurezza nazionale, ma che si trova nell’impossibilità di pronunciarsi sull’opportunità dell’attuazione del progetto.