Economia: BC abbassa tasso di riferimento
Dal 1 ottobre, in Romania, il tasso di interesse di riferimento cala dal 4,5 al 4,25% all’anno. È la terza riduzione consecutiva decisa dal Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale della Romania, una misura volta al rilancio dei crediti in moneta nazionale, il leu. Ma, finora, non sono apparsi gli effetti desiderati e le banche commerciali sono criticate per non aver seguito i consigli della Banca Centrale di rendere più convenienti i prestiti in moneta nazionale. Inoltre, notava il governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, invece di ridurre gli interessi sui prestiti, le banche commerciali hanno abbassato gli interessi sui risparmi.
Corina Cristea, 02.10.2013, 12:32
Dal 1 ottobre, in Romania, il tasso di interesse di riferimento cala dal 4,5 al 4,25% all’anno. È la terza riduzione consecutiva decisa dal Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale della Romania, una misura volta al rilancio dei crediti in moneta nazionale, il leu. Ma, finora, non sono apparsi gli effetti desiderati e le banche commerciali sono criticate per non aver seguito i consigli della Banca Centrale di rendere più convenienti i prestiti in moneta nazionale. Inoltre, notava il governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, invece di ridurre gli interessi sui prestiti, le banche commerciali hanno abbassato gli interessi sui risparmi.
“Siamo attenti, quando decidiamo certe misure, a trasmettere segnali necessari e a non stimolare le banche a ridurre gli interessi sui depositi. Sui depositi, nella nostra opinione, le banche hanno una possibilità estremamente limitata di ridurre gli interessi. Io credo che molte abbiano già superato la giusta misura”, ha precisato Isarescu.
Stando ad Isarescu, è nell’interesse delle banche commerciali ridurre notevolmente il costo dei crediti in lei. Del resto, afferma il governatore, “i banchieri non avranno scelta. Cosa faranno con tanti soldi? Andranno all’agevolazione sui depositi della Banca Centrale? Questa è arrivata all’1,25% e continuerà a calare nel successivo periodo”, ha spiegato Isarescu.
Il governatore ritiene che gli alti livelli degli interessi stabiliti dalle banche sui crediti in moneta nazionale non siano giustificati nè dall’andamento della politica monetaria, nè dalla situazione sul mercato monetario, in quanto i costi dei crediti su questo mercato, dal quale le banche si procurano il fabbisogno di liquidità, sono anche 5-6 volte minori di quelli sui presiti bancari per la popolazione o le compagnie. Stando alla Banca Centrale, le banche commerciali hanno le loro motivazioni, quali la fiducia, la qualità dei clienti, i rischi che percepiscono, il fatto che la discussione sulle clausole abusive determina uno stato di incertezza, di sfiducia, ma non hanno motivi economici e finanziari per non ridurre gli interessi sui crediti.
Dal 1 ottobre, in Romania c’è l’obbligo per le banche di eliminare dai contratti qualsiai clausola dichiarata abusiva in tribunale. Stando ad uno studio d’impatto inviato al Governo dalla Banca Centrale della Romania, le banche potrebbere registrare perdite di oltre 5 miliardi di lei (pari ad un miliardo di euro) in seguito alle cause collettive fatte per le clausole abusive dei contratti di credito conclusi con la popolazione. Estendendo l’analisi ai possibili pagamenti retroattivi, le banche commerciali hanno calcolato perdite dagli interessi e dalle provvigioni di molto superiori, pari a circa 24 miliardi di lei (circa 5,3 miliardi di euro).