Giacimenti: il progetto Rosia Montana, tra sostegno e opposizione
Quarta settimana di proteste, a Bucarest, contro il progetto di sfruttamento del giacimento d’oro di Rosia Montana (nel centro della Romania). Sabato, circa 6 mila giovani hanno formato una catena umana intorno al Palazzo del Parlamento, e domenica 15 mila persone sono scese in piazza nella capitale romena. Simili proteste, di minore portata, si sono svolte anche in altre città romene, ma anche all’estero. Le proteste sono iniziate lo scorso 1 settembre, dopo la decisione del Governo di inoltrare al Parlamento un ddl che dia il via libera al progetto minerario. Controverso e in stand-by da 15 anni, il progetto Rosia Montana è visto dai suoi oppositori come una minaccia per l’ambiente e per le vestigia storiche locali a causa della tecnologia che sarebbe usata per lo sfruttamento dell’oro, basata sull’uso di cianuri. Inoltre, affermano i romeni scesi in piazza contro il progetto, le gallerie romane della zona sarebbero distrutte, e al contempo alcuni monti. D’altra parte, la quota riscossa dallo stato romeno, del 6%, è ritenuta troppo piccola.
România Internațional, 23.09.2013, 15:48
Quarta settimana di proteste, a Bucarest, contro il progetto di sfruttamento del giacimento d’oro di Rosia Montana (nel centro della Romania). Sabato, circa 6 mila giovani hanno formato una catena umana intorno al Palazzo del Parlamento, e domenica 15 mila persone sono scese in piazza nella capitale romena. Simili proteste, di minore portata, si sono svolte anche in altre città romene, ma anche all’estero. Le proteste sono iniziate lo scorso 1 settembre, dopo la decisione del Governo di inoltrare al Parlamento un ddl che dia il via libera al progetto minerario. Controverso e in stand-by da 15 anni, il progetto Rosia Montana è visto dai suoi oppositori come una minaccia per l’ambiente e per le vestigia storiche locali a causa della tecnologia che sarebbe usata per lo sfruttamento dell’oro, basata sull’uso di cianuri. Inoltre, affermano i romeni scesi in piazza contro il progetto, le gallerie romane della zona sarebbero distrutte, e al contempo alcuni monti. D’altra parte, la quota riscossa dallo stato romeno, del 6%, è ritenuta troppo piccola.
Il presidente della Camera dei Deputati di Bucarest, Valeriu Zgonea, si è recato a Rosia Montana per chiedere agli oppositori dell’investimento di proporre un’alternativa concreta e valida per gli abitanti della zona, alle prese con un alto tasso di disoccupazione. “Per noi è importante generare posti di lavoro, che generino, dal canto loro, altri posti di lavoro, che la gente possa mandare i figli a scuola, che abbia delle risorse finanziarie per poter vivere. Se uno si oppone al progetto, deve proporre anche una soluzione. Cosa facciamo con le migliaia di persone che vivono a Rosia Montana? Quali chance offriamo ai bambini della zona e come assicuriamo una pensione ai giovani o a chi si avvicina all’età pensionistica?”, ha detto Zgonea.
Stando agli esponenti dell’investitore canadese — Rosia Montana Gold Corporation — l’investimento creerebbe oltre 2000 posti di lavoro. Il direttore di progettazione tecnica di Rosia Montana Gold Corporation, Cecilia Szentesi, ha affermato che, in seguito allo sfruttamento, la Romania si piazzerà al primo posto in Europa nel settore, in quanto la quantità d’oro estratta sarà pari a circa 16 tonnellate all’anno. Anche i minatori della zona sostengono il progetto ed hanno organizzato proteste di piazza per chiedere l’avvio quanto prima dell’attività di sfruttamento. Opinioni divise sull’investimento anche nell’ambito dell’Unione Social-liberale, che detiene una maggioranza parlamentare del 70%: i socialdemocratici sono favorevoli al progetto minerario, mentre i liberali si dichiarano contrari.