Afghanistan: altri due militari romeni perdono la vita
Due militari romeni sono morti, ieri, nell’est dell’Afghanistan, in seguito all’esplosione di un ordigno improvvisato. Trasportati all’ospedale con un elicottero, essi hanno perso la vita a causa delle gravi ferite subite. I due sottufficiali, uno 28enne e l’altro 34enne, erano membri del Gruppo navale di forze per operazioni speciali e stavano eseguendo una missione di pattugliamento. In Afghanistan, la maggioranza dei militari romeni sono dispiegati nella provincia di Zabul (nel sud), ritenuta un baluardo degli insorti islamisti, e che è, forse, la più pericolosa provincia del Paese. Ne è prova il bilancio di perdite in vite umane, che aumenta da un anno all’altro. Negli 11 anni di operazioni in Afghanistan, 23 militari romeni hanno perso la vita e oltre 100 sono rimasti feriti.
România Internațional, 23.09.2013, 14:37
Due militari romeni sono morti, ieri, nell’est dell’Afghanistan, in seguito all’esplosione di un ordigno improvvisato. Trasportati all’ospedale con un elicottero, essi hanno perso la vita a causa delle gravi ferite subite. I due sottufficiali, uno 28enne e l’altro 34enne, erano membri del Gruppo navale di forze per operazioni speciali e stavano eseguendo una missione di pattugliamento. In Afghanistan, la maggioranza dei militari romeni sono dispiegati nella provincia di Zabul (nel sud), ritenuta un baluardo degli insorti islamisti, e che è, forse, la più pericolosa provincia del Paese. Ne è prova il bilancio di perdite in vite umane, che aumenta da un anno all’altro. Negli 11 anni di operazioni in Afghanistan, 23 militari romeni hanno perso la vita e oltre 100 sono rimasti feriti.
La morte dei due sottufficiali romeni riporta alla ribalta i problemi di chi va in missione in questo Paese. I soldati romeni affermano che c’è bisogno di loro in Afghanistan e rischiano la vita per quasi 100 euro al giorno, però ritengono che i benefici di chi partecipa alle operazioni in questo Paese debbano essere maggiori, alla pari della preparazione professionale e dei rischi che si corrono. Un passo sbagliato, un dettaglio trascurato possono costare la vita. Uno deve stare sempre attento, sempre in allerta, raccontava uno dei soldati romeni in Afghanistan. Una moto o un’auto potrebbe avere una carica esplosiva. Una persona più agitata potrebbe rappresentare un pericolo, la fine della vita per te e per i tuoi colleghi, affermano coloro che sono tornati da missioni in Afghanistan. “I nostri puntano sull’improvvisazione, sul fiuto. La tecnica uccide il fiuto”, ritiene un ex capo missione romeno in Afghanistan. I militari che tornano in patria affermano che ne risentono ancora della tensione permanente in cui dovevano vivere ogni giorno, per tutta la durata della missione. E, una volta tornati, devono combattere un’altra battaglia, per riprendersi dopo l’esperienza vissuta in Afghanistan. Al termine della missione, devono andare dallo piscologo, il quale stabilisce se c’è un problema piscologico e quanto è serio, visto che i militari possono soffrire di attacchi di panico o del cosiddetto stress post traumatico.
Attualmente, si contano circa 1000 militari romeni dislocati in Afghanistan, i quali dovrebbero ritirarsi da questo Paese assieme alle altre truppe straniere entro la fine del 2014, quando passeranno le consegne alle autorità afghane. Apprezzata sia dagli alleati Nato, che dalle autorità di Kabul, la presenza militare romena in Afghanistan sarà completata, dopo il 2014, con un contributo importante alla ricostruzione del Paese. Duecento militari romeni resteranno in Afghanistan per missioni di addestramento delle truppe afghane.