Moldova: crisi politica dopo sfiducia al governo
La crisi all’interno dell’Alleanza per l’integrazione europea nella confinante Moldova, acutizzata da dichiarazioni bellicose e gesti ostili tra i partner, ha portato al crollo del governo presieduto dal liberal-democratico Vlad Filat.
Ştefan Stoica, 06.03.2013, 13:54
La crisi all’interno dell’Alleanza per l’integrazione europea nella confinante Moldova, acutizzata da dichiarazioni bellicose e gesti ostili tra i partner, ha portato al crollo del governo presieduto dal liberal-democratico Vlad Filat.
Inoltrando la sfiducia, approvata il 5 marzo dal Parlamento, l’opposizione comunista ha fatto esplodere la bomba sulla quale si trovava la coalizione governativa.
Gli effetti su piano esterno si sono fatti subito vedere. Vlad Filat ha annunciato che la Commissione europea ha rinviato l’ultimazione dei negoziati con Chisinau sulla firma dell’accordo di associazione e creazione della zona di libero scambio.
L’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Catherine Ashton, e il commissario all’allargamento, Stefan Fule, hanno sollecitato alle forze politiche di riprendere il dialogo e formare una maggioranza stabile, capace di mantenere il Paese sulla strada delle riforme e dell’integrazione europea.
L’instabilità che potrebbe frenare o persino sviare la Moldova da questo percorso preoccupa anche la Romania. Il capo della diplomazia di Bucarest, Titus Corlatean, citato da un comunicato, ha espresso la convinzione che le forze politiche di Chisinau affronteranno l’attuale situazione con responsabilità e maturità, nell’interesse della stabilità e dell’avvicinamento all’Ue, in sintonia con le aspirazioni dei cittadini della Moldova.
I commentatori spiegano che ora è vitale un accordo tra i partiti dell’Alleanza per l’integrazione europea. In assenza di un simile accordo, le anticipate non potranno essere evitate, il che sarebbe la pessima soluzione per la Moldova, è del parere il direttore dell’Istituto di scienze politiche e relazioni internazionali dell’Accademia Romena, Dan Dungaciu.
Secondo me, se verranno convocate elezioni anticipate, il veleno che c’è attualmente nell’Alleanza per l’integrazione europea, al quale si aggiungeranno le enormi tensioni, generate dalla campagna elettorale, e le munizioni dei comunisti, tipo stenogrammi o intercettazioni telefoniche che tengono nel mirino il premier Vlad Filat, e di cui i comunisti faranno abbondante uso, ebbene tutte queste cose genereranno un’atmosfera in cui, a mio avviso, sarà impossibile rifare l’Alleanza per l’integrazione europea. I comunisti potrebbero fare un’alleanza, insieme con gli uni o con gli altri, certamente tranne il Partito liberale, che, comunque, non farà nessuna alleanza con i comunisti”, ha spiegato Dan Dungaciu a Radio Romania.
Il commentatore ritiene che la coalizione con i comunisti è il più infelice scenario. In chiave geopolitica, quello che è accaduto a Chisinau rappresenta una vittoria netta della Federazione Russa contro l’Ue, il che dovrebbe far impensierire.