Scandalo carne equina: regole più rigide nell’Ue
La Commissione europea e gli stati membri dell’Unione si adoperano per ripristinare la fiducia dei consumatori, scossa dallo scandalo della carne equina. Ufficialmente, i britannici sono stati le prime vittime della vendita di carne equina spacciata per manzo.
Ştefan Stoica, 26.02.2013, 13:58
La Commissione europea e gli stati membri dell’Unione si adoperano per ripristinare la fiducia dei consumatori, scossa dallo scandalo della carne equina. Ufficialmente, i britannici sono stati le prime vittime della vendita di carne equina spacciata per manzo.
Lo scandalo si è diffuso rapidamente in tutta l’Europa ed è lungi dall’essersi concluso. Tracce di DNA equino sono state individuate di recente anche nelle tradizionali polpette dei ristoranti Ikea, mentre il Gruppo Nestle ne ha rilevate ad uno dei suoi distributori spagnoli.
Simili crisi alimentari vanno evitate, è l’opinione unanime nell’Unione europea. In una riunione a Bruxelles, i ministri dell’Agricoltura dei 27 concordano che servono misure volte a ripristinare la fiducia dei consumatori di carne sul continente.
Presente all’incontro, il ministro romeno Daniel Constantin ha sottolineato che esiste un’intesa generale sul proseguimento dei controlli e della collaborazione di ogni Paese con l’Europol, al fine di individuare le illegalità.
“Sono state stabilite le successive azioni che la Commissione avvierà, in quanto già ogni stato membro è interessato a rafforzare i controlli. Da una parte, sono controllati i mattatoi, i depositi, i negozi, per accertare se i prodotti in vendita sono quelli dichiarati in eticchetta. La Commissione europea ha sollecitato a tutti gli stati membri una stretta collaborazione con l’Europol, alla quale anche la Romania si è impegnata senza equivoci”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura.
La Commissione europea finanzierà al 75% i test DNA per i prodotti alimentari surgelati. Un’ottima notizia, aggiunge il ministro Daniel Constantin, dati gli alti costi dei test, ma anche di quelli volti a rilevare la presenza di una sostanza adoperata nel trattamento dei cavalli, tossica per gli esseri umani.
Inoltre, la Romania si è affiancata a un’iniziativa della Francia e della Germania, che intendono sollecitare alla CE misure più rigide sull’eticchettatura.
Col dito puntato contro di sè all’inizio dello scadalo, la Romania ha dimostrato, in seguito ai controlli, che le ditte interne che hanno esportato carne equina l’hanno eticchettata come tale.
La frode è intervenuta successivamente, sul percorso che portava alle confezioni surgelate vendute in alcuni supermercati britannici. Ma neanche i consumatori romeni sono risparmiati dai tentativi di frode. Le autorità hanno scoperto alcuni ristoranti fast-food che usavano la carne equina al posto del manzo. (trad. Iuliana Anghel)