Politica: partiti in cerca di leader
Rieletto nell’incarico al Congresso svoltosi nel fine settimana, il leader liberale Crin Antonescu ha dichiarato che, se non vincerà le presidenziali del 2014, si ritirerà dalla guida del partito. I liberali hanno stabilito anche le priorità per i prossimi anni.
România Internațional, 25.02.2013, 14:16
Rieletto nell’incarico al Congresso svoltosi nel fine settimana, il leader liberale Crin Antonescu ha dichiarato che, se non vincerà le presidenziali del 2014, si ritirerà dalla guida del partito. I liberali hanno stabilito anche le priorità per i prossimi anni.
Antonescu comincia il nuovo mandato con il sindaco di Sibiu, Klaus Johannis, appena entrato nel partito, come primo-vicepresidente, e con 31 vicepresidenti. Il progetto politico della nuova equipe dirigenziale dei liberali prevede il sostegno di Victor Ponta come premier dell’Unione social-liberale, la revisione della Costituzione, la vittoria alle presidenziali del 2014 e alle politiche del 2016.
Antonescu ritiene che quest’ultimo obiettivo non costituisce una minaccia ai partner socialdemocratici dell’Unione social-liberale in quanto, dopo la normalizzazione della Romania, i due partiti devono tornare alla competizione politica.
I delegati al congresso hanno adottato anche quattro risoluzioni che staranno alla base delle azioni politiche dei liberali nel successivo periodo, tra cui quella riguardante lo sviluppo economico della Romania stimolando il settore privato e l’amministrazione pubblica che punta sul cittadino.
La risoluzione sulla revisione della Costituzione prevede un Parlamento bicamerale con al massimo 300 seggi di deputati, mentre il Senato dovrebbe essere camera rappresentativa per le regioni.
Anche l’opposizione democratico-liberale si prepara per elezioni interne che si terranno il 23 marzo a Bucarest, alla presenza di 5.000 delegati dell’intero Paese.
La poltrona numero uno del partito è ambita dal leader democratico-liberale in carica, Vasile Blaga, in antipatia palese col presidente Traian Basescu, dalla deputata Elena Udrea e dall’eurodeputata Monica Macovei (PPE), quest’ultima in testa alla corrente riformista del partito, entrambe vicine, però, al capo dello stato.