Giustizia: rapporto CE, progressi Romania, ma servono ancora sforzi
La Romania ha compiuto dei progressi in materia di giustizia, ma non ancora sufficienti. E’ la conclusione del rapporto pubblicato dalla Commissione europea, nell’ambito del Meccanismo di cooperazione e verifica, che tiene ancora sotto monitoraggio la giustizia nel nostro Paese.
Ştefan Stoica, 31.01.2013, 13:23
La Romania ha compiuto dei progressi in materia di giustizia, ma non ancora sufficienti. E’ la conclusione del rapporto pubblicato dalla Commissione europea, nell’ambito del Meccanismo di cooperazione e verifica, che tiene ancora sotto monitoraggio la giustizia nel nostro Paese.
La crisi politica e istituzionale della scorsa estate, che ha raggiunto l’apice con il referendum sulla revoca del capo dello stato, ha avuto un peso notevole nel precedente rapporto della Commissione, che faceva alcune raccomandazioni al gabinetto presieduto da Victor Ponta sul ripristino dello stato di diritto e il rispetto dell’indipendenza della giustizia.
Il rapporto reso pubblico il 30 gennaio rileva che Bucarest ha tenuto in considerazione una parte delle raccomandazioni. Se le decisioni della Corte Costituzionale sono rispettate, la CE ritiene, invece, che ci siano delle restanze nel proteggere alcuni vertici del sistema giudiziario da attacchi, molti provenienti dai media.
L’Agenzia nazionale per l’integrità e la Direzione nazionale anticorruzione hanno ottenuto nuovamente voti positivi dalla Commissione europea, che sottolinea il raddoppiamento dei casi di rinvio a giudizio nei fascicoli di grande corruzione.
Le autorità di Bruxelles raccomandano una quanto più rapida selezione dei capi del Pubblico Ministero e della Direzione nazionale anticorruzione, in seguito a un processo trasparente, che porti in questi incarichi persone impeccabili in materia di integrità e professionalità.
Invece, la CE ritiene che la lotta alla corruzione sia andata zoppicando per quanto riguarda gli acquisti pubblici. Il rapporto chiede le dimissioni dei ministri e dei parlamentari dichiarati incompatibili, mentre a quelli sotto inchiesta penale, va tolta l’immunità.
Eppure, nonostante le critiche, il rapporto è migliore di quello presentato lo scorso luglio, ha dichiarato il portavoce dela CE, Mark Gray, negando qualsiasi legame formale tra il rapporto sulla giustizia e l’ingresso della Romania a Schengen. Invece, alcuni stati condizionano il voto favorevole all’entrata nello spazio di libera circolazione e i progressi della Romania nella riforma della giustizia e nella lotta alla corruzione.
Per questo motivo, l’opposizione democratico-liberale rimprovera al governo dell’Unione social-liberale di essere responsabile per un possibile nuovo rinvio dell’ingresso a Schengen, a causa del modo poco convincente in cui si adopererebbe per consolidare lo stato di diritto.
D’altra parte il Governo boccia come infondati i rimproveri impliciti del rapporto sulla presenza di alcuni ministri indagati per corruzione o con problemi di integrità, e afferma che le inchiesta su tre membri dell’esecutivo sono di altro tipo. (trad. Iuliana Anghel)