15.09.2023
România Internațional, 15.09.2023, 16:47
MCV – La
Commissione Europea ha ufficialmente chiuso il Meccanismo di Cooperazione e Verifica
per Bulgaria e Romania. Il meccanismo era stato introdotto nel 2007, quando
Bulgaria e Romania hanno aderito all’UE, come misura transitoria per agevolare
i progressi nella riforma del sistema giudiziario e nelle misure
anticorruzione, nonché per il contrasto della criminalità organizzata nel caso
della Bulgaria. La presidente Ursula von der Leyen si è congratulata con
Romania e Bulgaria per gli importanti progressi compiuti dalla loro adesione
all’UE, sottolineando che lo stato di diritto è uno dei valori fondamentali
condivisi a livello dell’Unione e che sia la Romania che la Bulgaria hanno ottenuto
progessi considerevoli in questo campo, applicando importanti riforme. Dal
canto suo, il capo dello Stato romeno, Klaus Iohannis, ha dichiarato che l’eliminazione
del Meccanismo di Cooperazione e Verifica rappresenta per la Romania un successo
importante. Possiamo concludere che la Romania è cambiata, è uno stato governato dalla legge, uno stato con un sistema giudiziario
funzionale, ha sottolineato i presidente Iohannis.
Schenghen – In un’intervista per il quotidiano austriaco
Der Standard, il primo ministro Marcel Ciolacu ha annunciato,che la Romania attaccherà
l’Austria alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, a causa dell’opposizione
all’ammissione allo spazio Schengen. Secondo Ciolacu, i danni causati alla
Romania ammontano ad almeno il 2% del prodotto interno lordo, come
aveva dichiarato all’inizio della settimana anche il ministro dei Trasporti,
Sorin Grindeanu. Ciolacu ha precisato che l’azione comincerà nel caso in cui
l’Austria si opporrà nuovamente all’ingresso della Romania nell’area Schengen, durante
le riunioni ufficiali di ottobre e dicembre. Lo scorso dicembre, l’Austria ha
posto il veto, presso il Consiglio Giustizia e Affari Interni (GAI) dell’UE,
alla richiesta di adesione a Schengen inoltrata da Romania e Bulgaria, invocando
i flussi di migrazione illegale che avrebbero attraversato i due paesi.
Sciopero – Circa 300 treni – passeggeri, privati e
merci – si sono fermati, questa mattina, in Romania, a causa di uno sciopero di
avvertimento di due ore da parte dei dipendenti delle infrastrutture
ferroviarie. I leader sindacali affermano di voler richiamare l’attenzione su
temi che non possono più essere conservati in fascicoli o nelle sale del Ministero dei Trasporti .
Tra i motivi invocati dagli scioperanti figurano la mancanza dei bilanci di
entrate e di spesa approvati per l’anno in corso, nonché un finanziamento strategico
e coerente del settore ferroviario.
Energia -
L’esecutivo ha approvato l’aggiornamento del piano di emergenza per la sicurezza
dell’approvvigionamento con gas naturale in Romania. Il documento è conforme
alle norme europee ed è stato creato sulla base delle consultazioni con i
principali attori del mercato del gas naturale. Nel contempo, le misure di
capping e compensazione, stabilite a novembre 2021, restano in vigore fino alla
primavera del prossimo anno e, secondo la legislazioneattuale, sono valide fino
al 2025. D’altra parte, secondo il Ministero dell’Energia, per per la prima
volta si tiene conto anche della crescente influenza dei prosumer nella copertura dei consumi a livello
nazionale.
Moldova – Durante
un incontro avuto a Chisinau con il primo ministro moldavo, Dorin Recean, il
vice segretario generale della NATO, il romeno Mircea Geoană, ha dichiarato,
che il posto della Repubblica di Moldova è in Europa accanto alla famiglia delle democrazie
occidentali. Geoana ha accolto con favore la dichiarazione delle autorità
di Chisinau riguardo la necessità di avere la più ampia interoperabilità
possibile con la NATO, sottolineando che l’alleanza militare nord-atlantica
è la struttura più forte di questo tipo. L’esponente NATO ha negato l’esistenza
di un rischio militare per la Repubblica di Moldova causato dalla Federazione
Russa, ma ha sottolineato che il Paese confinante è soggetto ad una guerra
ibrida, provocata dalla Russia.