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23.01.2023 (aggiornamento)

CAE – Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha partecipato a Bruxelles alla riunione del Consiglio Affari Esteri dell’UE. Sul tavolo approfondimenti relativi all’aggressione russa contro l’Ucraina, con la partecipazione in videocollegamento del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nonché gli ultimi sviluppi rilevati nel Sahel e negli stati dell’Africa Occidentale. Gli esponenti europei hanno esaminato anche la situazione in corso in Iran, Montenegro, Afghanistan o Venezuela, nonché l’operativizzazione dell’attività della missione UE in Armenia, che avrà il mandato di osservare e riferire sulla situazione lungo il confine con l’Azerbaigian. Il ministro Aurescu ha ribadito la necessità della continuazone del sostegno multidimensionale fornito dall’UE all’Ucraina, per superare la stagione fredda e per essere in grado di contrastare una possibile offensiva delle forze russe. Inoltre, il capo della diplomazia di Bucarest resta favorevole all’adozione di nuove sanzioni contro la Russia nonchè alla continuazione delle misure di sostegno dei paesi terzi, colpiti dalle conseguenze della guerra. A margine dell’incontro, Aurescu ha avuto incontri con i suoi omologhi italiano – Antonio Tajani, belga – Hadja Lahbib, tedesco – Annalena Baerbock e olandese – Wopke Bastiaan Hoekstra, con i quali ha discusso dell’adesione della Romania all’area Schengen.

23.01.2023 (aggiornamento)
23.01.2023 (aggiornamento)

, 23.01.2023, 18:44


Covid – Il numero di casi COVID registrati in Romania è diminuito la scorsa settimana rispetto all’intervallo precedente. Secondo il Ministero della Salute, sono stati rilevati quasi 3.000 casi, oltre 500 in meno rispetto al periodo 9-15 gennaio. Circa 900 persone restano ricoverate nelle strutture specializzate, di cui 111 in terapia intensiva, la maggior parte non vaccinate. Inoltre, nell’ultima settimana si sono verificati 38 decessi associati, tutti presso pazienti affetti anche da altre patologie. Il numero di casi di influenza resta ancora alto.


Deficit – Nel terzo trimestre dello scorso anno, la Romania ha registrato il più alto deficit commericale dell’Unione Europea. Secondo i dati presentati da Eurostat, il deficit è salito fino al 6,3% del Prodotto Interno Lordo, dopo che nell’intervallo aprile-giugno aveva superato di poco il 3%, mentre nel primo trimestre del 2022 era stato del 5,6%. La Romania è seguita nella classifica relativa al terzo trimestre dall’Ungheria, che ha registrato un deficit del 6,1%. Eurostat indica che nel periodo luglio-settembre i valori del deficit sono saliti in quasi tutta l’Unione Europea, in seguito alle misure adottate dai governi per limitare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia.


Carburanti – Il prezzo del carburante in Romania è aumentato nell’ultimo mese del 7,5% per benzina e del 6,4% per gasolio. A Bucarest, un litro di benzina standard costa in media 6,5 lei (1,3 euro), mentre un litro di gasolio 7,65 lei. Anche in queste condizioni, la Romania resta al primo posto nell’Unione Europea tra i paesi con la benzina più economica e al terzo posto in termini di prezzo del gasolio, dopo Bulgaria e Malta.


Sondaggio – L’Esercito resta l’istituzione che gode della maggiore fiducia da parte dei romeni, mentre il Parlamento e i partiti politici si trovano all’ultimo posto. Un sondaggio CURS condotto questo mese rileva, tra l’altro, che più di tre quarti dei cittadini ritiene che le pensioni speciali dovrebbero essere eliminate. Il 75% degli intervistati ritiene che il paese stia andando nella direzione sbagliata, mentre il 12% lo vede sulla buona strada. Inoltre, più della metà degli intervistati si dichiara molto colpita dall’aumento dei prezzi. I cittadini non sono ottimisti nemmeno per quello che riguarda l’adesione della Romania all’Area Schengen. Il 40% afferma che l’adesione non avrà luogo quest’anno, il 34% crede di sì, mentre il 13% è sicuro che il nostro Paese non sarà ammesso nello spazio di libera circolazione. In termini di fiducia nelle istituzioni, al primo posto si trova l’Esercito, con il 67%, seguito dalla chiesa e dai vigili del fuoco, con il 63%. Agli ultimi posti della classifica si trovano il Parlamento e i partiti politici, con solo il 9% in termini di fiducia da parte dei romeni. D’altra parte, il PSD, che fa parte della coalizione governativa, gode del 36% degli intenti di voto, seguito da PNL, sempre al governo, con il 22%, AUR (opposizione) con il 14%, USR (opposizione) con l’8% e UDMR (coalizione governativa) con 5 %.


Parlamento – Il Parlamento romeno inizia la prossima settimana una nuova sessione che ha in agenda i disegni di legge assunti nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, i ddl relativi all’istruzione, nonché la riforma delle pensioni speciali. Novità legislative potrebbero arrivare in primavera, con la rotazione dei primi ministri, quando la guida del governo sarà assunta dal PSD, secondo il protocollo della coalizione formata da PSD, PNL e UDMR. I socialdemocratici sono faverevoli alla riduzione dei contributi dei dipendenti e all’aumento della tassazione del capitale. La sovraimposizione delle prestazioni aziendali non è invece sostenuta dal PNL.


Ucraina – A quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, Cernăuţi (Chernivtsi) sarà la prima regione del Paese confinante con la Romania ad attuare un programma di reinserimento degli sfollati interni. I principali problemi che i rifugiati di guerra devono affrontare sono l’accesso ai servizi sociali, all’alloggio e ai posti di lavoro a lungo termine. Per aiutarli, le autorità di Kiev hanno lanciato un programma di reintegrazione, che sarà applicato per la prima volta a Cernăuţi, dove, alla fine della scorsa settimana, è arrivata anche la ministra per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina, Irina Vereschiuk. La ministra ha precisato si tratta di un processo complicato, perché l’integrazione dei rifugiati interni richiede più della fornitura di servizi sociali. Dall’inizio della guerra, più di 100.000 ucraini sono arrivati ​​a Cernăuţi, rimasta finora l’unica regione dell’Ucraina dove non si sono verificati attacchi o bombardamenti. La maggior parte di loro ha transitato la zona in viaggio verso la Romania, mentre alcuni sono rimasti a Cernăuţi, dove più di 30 aziende della parte orientale del paese hanno trasferito la loro produzione.


Cani randagi – Diverse inchieste sono in corso a Bucarest, dopo che una donna ha perso la vita, alla fine della scorsa settimana, attaccata da un branco di cani randagi. Diverse istituzioni hanno una responsabilità comune in questo caso, ha affermato il sindaco generale della Capitale, Nicusor Dan, sollecitando al suo Corpo di controllo una relazione relativa alle carenze di ciascun ente con attribuzioni nella gestione dei cani randagi, nonchè provvedimenti per evitare tali situazioni. Il sindaco del rione nel quale è avvenuto l’incidente ha precisato che è in corso un’indagine a livello alla Polizia locale. Il sindaco ha chiesto al Comune anche una valutazione dell’attività dell’ASPA – Autorità per la Vigilanza e la Protezione degli Animali, subordinata al Comune. A suo avviso, la politica dell’ASPA è totalmente sbagliata e ha portato alla ricomparsa dei cani randagi sulle strade. D’altra parte, i rappresentanti di questa autorità hanno annunciato di aver ripreso le operazioni di cattura dei cani dalla zona in cui è avvenuto l’incidente, un campo alla periferia di Bucarest. ASPA afferma di aver effettuato decine di operazioni di questo tipo nell’ultimo anno, dopo l’incidente in cui la stessa donna, morta sabato, era stata attacata e ferita da un branco di cani. Putroppo non si tratta del primo caso del genere. Nel 2006, un cittadino giapponese è stato ucciso da cani randagi proprio nel centro della Capitale, mentre dieci anni fa, un bambino di quattro anni è morto aggredito dai cani in uno dei parchi della Capitale.


Lutto – Il critico teatrale romeno George Banu si è spento, la scorsa settimana, all’età di 79 anni. Il prestigioso critico teatrale, si era stabilito a Parigi nel 1973, dove è stato tre volte vincitore del Premio al miglior libro sul teatro della Francia: Bertolt Brecht ou le petit contre le grand (1981), Le theatre, sorties de secours (1989), Le rouge et l’or (1989). Eletto tre volte presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici di Teatro (1994-2001), è stato professore alla Sorbona di Parigi e presso l’Università di Louvain la Neuve (Belgio). Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi: Les Palmes Academiques e l’Ordre des Arts et des Lettres, l’Ordre du Merite National (Francia), il Premio della Città di San Paolo e il Premio della Città di Bologna.




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