03.04.2022
Politica – Il nuovo presidente del Partito Nazionale Liberale, che fa parte della squadra di governo in Romania, sarà eletto al congresso straordinario che si terrà il 10 aprile. Lo ha deciso oggi il Consiglio Nazionale dei liberali. Fino al congresso, al quale saranno presenti 1.300 delegati, il PNL sarà guidato ad interim dal presidente del Consiglio Provinciale Suceava, Gheorghe Flutur. Ieri, il presidente in carica del Senato, Florin Cîţu, ha annunciato le sue dimissioni dalla direzione del PNL. Molti leader liberali hanno chiesto la partenza di Cîțu dalla leadership del partito, accusandolo di provocare tensioni nei rapporti con il PSD all’interno della coalizione, di mancata comunicazione con la base del partito e di avere un’immagine pubblica debole, che fa calare il PNL nei sondaggi. I contestatari vorrebbero come leader del PNL il primo ministro in carica, Nicolae Ciucă, che, secondo i media, ha un’immagine molto migliore e un dialogo coerente con i partner di governo. Rispettato come militare di carriera, Nicolae Ciucă è, però, protagonista di uno scandalo per plagio, legato alla sua tesi di dottorato. Sostenuto apertamente dal capo dello stato, Klaus Iohannis, Cîţu è stato eletto leader del PNL lo scorso settembre, dopo un congresso segnato da tensioni, al posto di un altro ex premier, Ludovic Orban, che guidava la formazione dal 2017.
România Internațional, 03.04.2022, 16:35
Politica – Il nuovo presidente del Partito Nazionale Liberale, che fa parte della squadra di governo in Romania, sarà eletto al congresso straordinario che si terrà il 10 aprile. Lo ha deciso oggi il Consiglio Nazionale dei liberali. Fino al congresso, al quale saranno presenti 1.300 delegati, il PNL sarà guidato ad interim dal presidente del Consiglio Provinciale Suceava, Gheorghe Flutur. Ieri, il presidente in carica del Senato, Florin Cîţu, ha annunciato le sue dimissioni dalla direzione del PNL. Molti leader liberali hanno chiesto la partenza di Cîțu dalla leadership del partito, accusandolo di provocare tensioni nei rapporti con il PSD all’interno della coalizione, di mancata comunicazione con la base del partito e di avere un’immagine pubblica debole, che fa calare il PNL nei sondaggi. I contestatari vorrebbero come leader del PNL il primo ministro in carica, Nicolae Ciucă, che, secondo i media, ha un’immagine molto migliore e un dialogo coerente con i partner di governo. Rispettato come militare di carriera, Nicolae Ciucă è, però, protagonista di uno scandalo per plagio, legato alla sua tesi di dottorato. Sostenuto apertamente dal capo dello stato, Klaus Iohannis, Cîţu è stato eletto leader del PNL lo scorso settembre, dopo un congresso segnato da tensioni, al posto di un altro ex premier, Ludovic Orban, che guidava la formazione dal 2017.
Giornata NATO – Ricorre oggi il 73° anniversario dalla fondazione dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. Secondo la legislazione nazionale, nella prima domenica di aprile, la Romania celebra la Giornata della NATO, che quest’anno segna anche il 18/o anniversario dal suo ingresso nell’Alleanza. Per l’occasione, alla sede del Comando della Divisione 4 di Fanteria Gemina di Cluj Napoca, si è svolta oggi una cerimonia militare alla presenza del ministro della Difesa, Vasile Dîncu, mentre le Forze Navali Romene hanno organizzato una rosa di eventi nei porti di Costanza, Mangalia, Brăila e Tulcea. Nel messaggio in occasione della Giornata della NATO, il presidente Klaus Iohannis ha ribadito il suo sostegno al consolidamento delle relazioni transatlantiche, considerate la spina dorsale dell’Alleanza e della comunità di valori democratici e di sicurezza di cui la Romania fa parte. Dal canto suo, il premier Nicolae Ciucă afferma che Bucarest farà tutto il possibile per aumentare e rafforzare la presenza militare alleata e americana, al fine di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Il ministro della Difesa, Vasile Dîncu, afferma che l’adesione alla NATO ha portato alla Romania la più forte garanzia di sicurezza nella storia del paese, che dispone ora di un esercito professionale con esperienza, che ha esercitato le sue capacità in missioni nei teatri di operazioni.
Ucraina – La guerra in Ucraina durerà ancora e si prevede un’intensificazione della conflagrazione sul Fianco Orientale dell’Alleanza. Così il vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, presente oggi ad una cerimonia di celebrazione della Giornata NATO in Romania, organizzata dal Ministero della Difesa. La Russia considera che i colloqui di pace con l’Ucraina non siano progrediti abbastanza da consentire un incontro tra i leader dei due paesi, ha dichiarato il negoziatore russo Vladimir Medinsky, aggiungendo che i colloqui riprenderanno domani. Sul campo, intanto, l’attacco missilistico di questa mattina contro una raffineria della città ucraina di Odessa (sud) non ha causato vittime. Odessa è un importante porto sul Mar Nero e la base principale delle forze navali ucraine. L’intelligence britannica riferisce che le forze navali russe continuano a bloccare la costa ucraina del Mar Nero e del Mar d’Azov, impedendo alle autorità di Kiev di rifornirsi via mare.
Profughi – Poco più di 7.800 cittadini ucraini sono entrati ieri in Romania, un aumento pari al 6% rispetto al giorno precedente. Le autorità indicano che 611.000 ucraini sono entrati in Romania dall’inizio del conflitto armato nel paese confinante. Al momento, il controllo all’ingresso nel Paese attraverso i valichi di frontiera si svolge efficientemente, in conformità ai provvedimenti nazionali e comunitari. D’altra parte, oltre 200 paia di scarpe per bambini sono state disposte, oggi, nel centro di Bucarest, alla memoria dei bambini che hanno perso la vita nella guerra in Ucraina. Tra i partecipanti, numerosi profughi che hanno trovato rifugio in Romania. Secondo l’ambasciata ucraina, 158 bambini sono stati uccisi a causa dell’invasione russa.
Coronavirus – Continua a calare in Romania il numero di nuovi contagi da COVID-19, con 1429 casi rilevati nelle ultime 24 ore e 11 decessi. Dall’inizio della pandemia, due anni fa, in Romania sono stati accertati 2,85 milioni di casi di infezione e hanno perso la vita oltre 65.000 persone. Più di 8 milioni di persone hanno completato il ciclo vaccinale. Dal 9 marzo in Romania non sono più in vigore restrizioni anti-Covid.
Elezioni Serbia – I serbi eleggono oggi il presidente, i parlamentari e i nuovi responsabili dell’amministrazione locale. Sono otto i candidati in lizza per la carica di capo dello stato e 19 i partiti politici che hanno presentato liste per le politiche anticipate. L’ultimo scrutinio, boicottato dall’opposizione, si è svolto nel giugno 2020 e ha suscitato forti critiche da parte della Commissione Europea, che ha notato lo schiacciante vantaggio che la stampa serba ha dato alla maggioranza, elogiando in eccesso i suoi presunti successi. Anche le elezioni di questa primavera non sembrano promettere grandi cambiamenti ai vertici del potere di Belgrado. I sondaggi attribuiscono al Partito Serbo del Progresso, al governo, oltre il 50% dei voti. Secondo gli analisti, le elezioni presidenziali saranno una semplice formalità per l’attuale capo dello stato, Aleksandar Vucic, che si candida per un secondo mandato.
Politiche Ungheria – In Ungheria si svolgono oggi le elezioni politiche. Secondo i sondaggi demoscopici, il partito conservatore FIDESZ, al governo, ha un leggero vantaggio su sei partiti di opposizione organizzati in una coalizione. Secondo gli osservatori, la rielezione del primo ministro in carica, Viktor Orban, leader della FIDESZ, è complicata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha gettato una nuova luce sui suoi stretti rapporti con il presidente russo Vladimir Putin. L’Ungheria non invierà armi in Ucraina e rimarrà fuori dalla guerra, ha dichiarato Orban alle manifestazioni dei suoi sostenitori. Secondo gli analisti, è per la prima volta che Orban, premier dal 2010, rischia di perdere il potere a causa di una coalizione che va dall’ex estrema destra, Jobbik, che si è ridefinita come centrodestra, ai socialisti, successori del partito comunista, e ai liberali e verdi. Secondo i politologi, al di là delle divisioni ideologiche, la parola d’ordine per l’intera opposizione è chiunque tranne Orban. Secondo un altro sondaggio, in Romania, il 90% di quegli etnici ungheresi che hanno anche la cittadinanza del paese confinante sostiene la lista dell’alleanza conservatrice FIDESZ-KDPN (Partito popolare democristiano).