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05.12.2020

Elezioni — Più di 18 milioni di romeni sono attesi domani alle urne negli oltre 18.000 seggi elettorali allestiti nel Paese per eleggere i membri del nuovo Parlamento. I cittadini romeni all’estero votano in due giorni. I primi seggi elettorali aperti sono stati quelli in Nuova Zelanda e Australia e gli ultimi ad essere chiusi saranno quelli sulle coste occidentali degli Stati Uniti e del Canada. Sono oltre 740 mila i romeni all’estero aventi diritto di voto a queste elezioni, di cui oltre 39 mila hanno optato per il voto per corrispondenza. Il MAE romeno ha aperto 748 seggi elettorali all’estero e ha attivato una carta interattiva dei seggi e un call center per gli elettori romeni d’oltreconfine. In Romania, le persone che vivono nelle zone in quarantena potranno andare a votare senza dover presentare l’autodichiarazione. Gli elettori sono tenuti a osservare le misure speciali di protezione stabilite dalle autorità nel contesto della pandemia di coronavirus. Saranno eletti 136 senatori e 329 deputati e la diaspora sarà rappresentata da quattro deputati e due senatori. I membri del futuro Legislativo saranno eletti su liste, in base al principio della rappresentazione proporzionale.

05.12.2020
05.12.2020

, 05.12.2020, 19:06



Coronavirus — Stando al Gruppo di Comunicazione Strategica, 8.072 nuovi contagi dal SARS-CoV-2 sono stati rilevati nelle ultime 24 ore in Romania sui 32.441 tamponi effettuati. Altre 134 persone hanno perso la vita e il numero totale dei decessi sale a 12.186. Al momento, 12.472 malati affetti dal COVID-19 sono ricoverati in ospedale, di cui 1.280 nelle terapie intensive. Sul territorio della Romania, sono 44.941 le persone positive al nuovo coronavirus che si trovano in isolamento fiduciario e 11.979 in isolamento istituzionalizzato. Altre 79.642 sono in quarantena a casa e 88 in quarantena istituzionalizzata. Dall’inizio della pandemia, sul territorio della Romania sono stati confermati 508.345 contagi e 399.207 persone sono guarite. All’estero, sono 6.914 i connazionali contagiati dal nuovo coronavirus, mentre il numero dei decessi ammonta a 127.



Rating — L’Agenzia Standard & Poors ha annunciato che mantiene il rating Paese della Romania al BBB-, l’ultimo raccomandato per gli investimenti. Anche se prevede per l’anno prossimo una crescita del PIL del 4%, l’agenzia si aspetta a una ripresa dell’economia al livello del 2019 solo nel 2022. Secondo le stime degli esperti Standard & Poors, quest’anno l’economia romena registrerà un calo del 5%, mentre il deficit di bilancio arriverà a oltre il 9% del PIL. Secondo il rapporto, la prospettiva negativa è basata sui rischi di squilibrio fiscale ed estero della Romania nei prossimi 12 mesi. L’Agenzia anticipa che l’inflazione resterà stabile e le pressioni sul tasso di cambio saranno tenute sotto controllo dalle misure della Banca Centrale nel 2021. Stando alla Standard & Poors, le sfide per il futuro governo saranno di continuare l’ampio sostegno fiscale alla ripresa dell’economia e la gestione delle rigidità fiscali determinate dall’aumento delle pensioni e da altri benefici sociali. Non è atteso un inasprimento della politica fiscale l’anno prossimo, sono del parere gli esperti dell’agenzia e l’assorbimento dei fondi europei sarà la chiave per la riequilibrazione economica, sebbene si mantengano ancora i rischi di implementazione. La Standard & Poors anticipa un deficit del 7,2% del PIL nel 2021 e del 5,5% nel 2022.



Rischio epidemiologico — Il Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza ha aggiornato la lista dei Paesi e dei territori considerati a rischio epidemiologico elevato. Le persone in arrivo in Romania da queste zone devono restare in quarantena per 14 giorni, periodo che può essere abbreviato dopo il quinto giorno, in base a un test COVID-19 con esito negativo. La Francia e Bosnia ed Erzegovina Sulla non ci sono più lista delle zone gialle, ma sono state inserite la Svezia e il Kosovo. Sulla lista aggiornata dalle autorità ci sono 27 stati e territori.



Commemorazione — Una messa di commemorazione a tre anni dalla scomparsa di Re Michele è stata tenuta oggi all’aperto senza pubblico, al castello di Săvârşin (ovest). La famiglia reale ha annunciato che avrebbe voluto commemorare l’ultimo re della Romania nella necropoli reale di Curtea de Argeş (sud), ma nell’attuale contesto, a causa della pandemia di coronavirus, ha cancellato le cerimonie. Re Michele si è spento il 5 dicembre 2017, all’età di 96 anni. E’ stato l’ultimo dei quattro re della dinastia di origine tedesca Hohenzollern-Sigmaringen, insediata sul trono di Bucarest nel 1866 e che ha gettato le basi della Romania moderna. Re Michele è stato insediato nel 1940, dopo l’abdicazione di suo padre, Carlo II. Il 23 agosto 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, ha disposto l’arresto maresciallo Ion Antonescu, il capo dello stato de facto, il ritiro della Romania dall’alleanza con la Germania hitlerista e il ritorno a fianco dei suoi alleati tradizionali, gli USA e la Gran Bretagna. Stando agli storici, la sua decisione ha accorciato la guerra di almeno sei mesi, salvando centinaia di migliaia di vite. Tre anni dopo, quando il Paese si trovava praticamente sotto occupazione militare sovietica, condotto da un governo comunista marionetta, il Re è stato costretto ad abdicare e a esiliarsi nell’Occidente. Re Michele ha potuto tornare nella sua patria solo dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989, ha ripreso la cittadinanza romena che gli era stata tolta dai comunisti e ha recuperato una parte delle proprietà. Come ambasciatore speciale, Re Michele ha appoggiato presso le grandi cancellerie occidentali l’ammissione della Romania nella NATO, nel 2004, e nell’UE, nel 2007. La primogenita delle sue cinque figlie, la principessa Margherita, è la sua succedditrice e custode della Corona.



Corruzione – Un ex manager dell’Ospedale di Malattie Infettive di Braşov e il manager dell’Ospedale Municipale di Odorheiu Secuiesc (centro della Romania) sono stati messi in custodia cautelare per 30 giorni in un fascicolo in cui sono accusati di corruzione per assegnazione fraudolenta di contratti di acquisti pubblici. La stessa decisione è stata presa anche nei confronti di altre cinque persone, tra cui un ufficiale di polizia e un imprenditore. Stando alla DNA, i direttori delle strutture sanitarie menzionate hanno firmato contratti con una certa compagnia acquistando equipaggiamenti e prodotti sanitari a prezzi sopravalutati, di cui alcuni non rispettavano gli standard di qualità e altri non erano neanche necessari. Per questo, avrebbero ricevuto somme comprese tra 5.000 e 89.000 euro. I danni recati agli ospedali di Braşov e Harghita ammontano a circa 1,7 milioni di lei, pari a oltre 300 mila euro.



Moldova — Il presidente eletto della Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona), la pro-occidentale Maia Sandu, ha esortato i suoi concittadini a protestare, domenica, nella capitale Chişinău, per chiedere le dimissioni del Governo socialista pro-russo e lo scioglimento del Parlamento, in seguito all’adozione di alcune leggi controverse. Stando ai corrispondenti di Radio Romania a Chişinău, una nuova maggioranza prorussa, formata dai deputati di Igor Dodon, sconfitto alle presidenziali, e dell’oligarca Ilan Şor, ha deciso che il Servizio di Informazione e Sicurezza non sia più subordinato al presidente, che sia rafforzato lo statuto della lingua russa e diminuite le quote dei programmi in lingua romena in televisione. L’UE ha notato che le leggi sono state sostenute da persone coinvolte in atti di corruzione e nella frode bancaria del 2014 ed ha chiesto a tutti gli esponenti con poteri decisionali della Moldova di rispettare lo stato di diritto e di garanire la democrazia, in conformità alle attese del popolo.



Pallamano — La Romania ha sconfitto oggi la Polonia per 28 a 24, a Kolding, nel gruppo D e sarà presente nei gruppi principali degli europei di pallamano femminile in Danimarca. Giovedì, nelle prime partite, la squadra romena è stata sconfitta da quella tedesca, per 19-22, mentre la Polonia ha perso la partita contro la Norvegia, per 22-35. Lunedì, nell’ultima partita, la Romania incontra la Norvegia.

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