28.04.2020 (aggiornamento)
COVID-19 – Altre 13 persone contagiate dal nuovo coronavirus sono morte e il numero dei decessi sale a 663. Lo ha reso pubblico stasera, il Gruppo di Comunicazione Strategica. Si tratta di dieci donne a tre uomini di età comprese tra 64 e 84 anni. In Romania, ci sono oltre 11.600 contagi accertati finora. Più di 3.400 sono guarite. All’estero, sono oltre 1.900 i romeni contagiati, la maggior parte in Italia, e 87 sono deceduti. Il Presidente Klaus Iohannis ha definito notevoli i risultati ottenuti finora dalle autorità, dai medici e dai cittadini romeni nella lotta contro la pandemia. Ha inoltre sottolineato che il contagio nel Paese è di circa 600 per un milione di abitanti, molto di meno rispetto alla situazione in altri Paesi, come Spagna e Italia. Il capo dello stato ha però ammonito che il pericolo non è passato e che un allentamento delle restrizioni troppo preso annullerebbe questi risultati. Perciò, il 15 maggio, quando sarà finito lo stato di emergenza, non ci sarà un ritorno brusco alla normalità, ha aggiunto il presidente.
România Internațional, 28.04.2020, 20:00
COVID-19 – Altre 13 persone contagiate dal nuovo coronavirus sono morte e il numero dei decessi sale a 663. Lo ha reso pubblico stasera, il Gruppo di Comunicazione Strategica. Si tratta di dieci donne a tre uomini di età comprese tra 64 e 84 anni. In Romania, ci sono oltre 11.600 contagi accertati finora. Più di 3.400 sono guarite. All’estero, sono oltre 1.900 i romeni contagiati, la maggior parte in Italia, e 87 sono deceduti. Il Presidente Klaus Iohannis ha definito notevoli i risultati ottenuti finora dalle autorità, dai medici e dai cittadini romeni nella lotta contro la pandemia. Ha inoltre sottolineato che il contagio nel Paese è di circa 600 per un milione di abitanti, molto di meno rispetto alla situazione in altri Paesi, come Spagna e Italia. Il capo dello stato ha però ammonito che il pericolo non è passato e che un allentamento delle restrizioni troppo preso annullerebbe questi risultati. Perciò, il 15 maggio, quando sarà finito lo stato di emergenza, non ci sarà un ritorno brusco alla normalità, ha aggiunto il presidente.
Libertà di espressione — Il Difensore Civico di Bucarest esprime la sua preoccupazione per la diminuzione della libertà di espressione in Romania e sollecita chiarimenti al Gruppo di Comunicazione Strategica creato presso il Governo per la gestione dell’attuale crisi sanitaria. Questo accade dopo che più siti internet sono stati chiusi, essendo accusati di aver trasmesso notizie false sulla pandemia di COVID-19, che avrebbero potuto creare panico tra la popolazione. Il Difensore Civico precisa che né il decreto sulla dichiarazione dello stato di emergenza, né quello sulla proroga di tale misura prevede la libertà di espressione tra i diritti la cui esercitazione potrebbe essere sospesa in questo periodo. La chiusura dei siti è stata decisa dall’Agenzia Nazionale per la Gestione e la Regolamentazione delle Comunicazioni (ANCOM) in base al decreto presidenziale sulla proroga dello stato di emergenza e in seguito alla proposta fatta del Gruppo di Comunicazione Strategica.
Lavoratori — Più di 200 romeni che lavoravano in un mattatoio in Germania sono risultati positivi al nuovo coronavirus e sono attualmente in quarantena — lo ha reso pubblico, oggi, il ministero degli Esteri di Bucarest. D’altra parte, l’eurodeputato Victor Negrescu ha sollecitato l’intervento del Difensore Civico a livello dell’UE per la difesa dei diritti dei lavoratori stagionali romeni. Negrescu lamenta la mancata applicazione delle regole di distanziamento sociale nel contesto degli spostamenti per lavoro all’estero, i provvedimenti contrattuali che permettono abusi e la mancanza di reazione delle autorità, sia a livello nazionale, che a livello europeo. L’eurodeputato romeno sostiene che ai lavoratori stagionali non vengono offerte per tempo informazioni complete sulle condizioni di lavoro, i rischi ai quali sono sottoposti e i diritti che hanno come cittadini europei. Ultimamente, migliaia di romeni sono partiti per lavorare all’estero in stati come Germania, Gran Bretagna o Austria, nonostante la pandemia di COVID-19 e le misure restrittive prese per contenerne gli effetti.
Romeni all’estero — I romeni all’estero investono molto in Romania — lo rilevano i dati resi pubblici dalla Banca Mondiale. Nel 2019, hanno mandato in Romania 7,2 miliardi di dollari, 1,5 miliardi in più rispetto al totale degli investimenti stranieri. Il contributo finanziario dei connazionali all’estero rappresenta quasi il 3% del PIL dell’anno scorso. La Banca Mondiale ammonisce, però che a causa delle misure economiche e sociali prese per contrastare la pandemia di COVID-19, il livello delle remissioni a livello mondiale dovrebbe diminuire di 142 miliardi di dollari nel 2020. E’ il maggiore declino registrato nella storia recente e, stando agli economisti, indica una potenziale crisi economica globale. Secondo il rapporto della Banca Mondiale, quest’anno, la Romania potrebbe essere uno dei Paesi che registreranno un calo delle somme che i connazionali all’estero mandano a casa.
Riunione trilaterale — La cooperazione nella NATO e la situazione in Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona) sono state analizzate, oggi, durante una riunione in videoconferenza, dal ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, e dai suoi colleghi polacco e turco, Jacek Czaputowicz e Mevlut Cavuşoglu. Il capo della diplomazia di Bucarest ha sottolineato che è importante individuare nuove modalità per consolidare la NATO e il suo ruolo a livello internazionale, in partenariato con i Paesi e le organizzazioni che condividono gli stessi obiettivi e valori. Il ministro ha ribadito l’importanza della solidarietà alleata e dei rapporti transatlantici, come principi basilari della NATO, ma anche la necessità di continuare il processo di adattamento dell’Alleanza e di consolidamento della sua posizione anche sul fianco Est, soprattutto nella zona del Mar Nero. Il ministro Aurescu ha presentato la valutazione della Romania relativa alla situazione della confinante Moldova ed ha sottolineato il sostegno concreto e consistente concesso dalla Romania ai cittadini di questo Paese. Egli ha incoraggiato l’intensificazione degli sforzi in tal senso da parte dei partner polacchi e turchi, anche tramite una stretta collaborazione con la Romania. Il formato trilaterale di consultazione Romania-Polonia-Turchia è stato avviato nel 2012, su proposta della Romania.
Statistica — I posti di lavoro in Romania sono i più pericolosi dell’UE. Nel 2017, nel Paese è stato registrato un tasso di incidenza di 5,72 incidenti di lavoro mortali per ogni 100.000 lavoratori, più del doppio rispetto alla media europea di 2,25 incidenti per ogni 100.000 lavoratori. Lo rilevano i dati resi pubblici oggi dall’Ufficio Europeo di Statistica (Eurostat). Nel 2017, nell’UE si sono verificati 2.912 incidenti mortali, la maggior parte in Romania, Bulgaria, Austria, Portogallo, Francia e Lituania, mentre meno casi sono stati registrati in Malta, Olanda, Cipro e Estonia. I dati sono stati pubblicati dall’Eurostat in occasione della Giornata Mondiale della sicurezza e della salute sul posto di lavoro.
Crediti alle PMI — Da oggi, funziona il sito internet sul quale si possono inserire le iscrizioni al programma di concessione di crediti alle PMI di Romania. Inizialmente, l’applicazione era stata lanciata il 17 aprile, ma il sito si è bloccato. Si tratta del più ampio programma governativo che garantisce i crediti per le piccole e medie imprese. Le iscrizioni online si svolgeranno continuamento fino all’esaurimento dei fondi stanziati di 15 miliardi di lei (circa 3 miliardi di euro). 22 banche si sono iscritte nel progamma e concederenno crediti o linee di credito per investimenti di fino a dieci milioni di lei (oltre 2 milioni di euro), di cui lo stato garantirà al massimo l’80%.