26.05.2019 (aggiornamento affluenza alle 20:00 locali)
Europee – Circa 19 milioni di romeni sono attesi a eleggere i propri rappresentanti nel Parlamento Europeo, per un mandato di cinque anni. Sono in lizza 13 formazioni politiche e tre indipendenti. Nell’attuale legislatura, la Romania è rappresentata da 32 eurodeputati, e, nel momento in cui la Brexit avrà effetti giuridici, assumerà anche il 33/o mandato. Secondo i dati comunicati dall’Ufficio Elettorale Centrale, alle 20 locali, un’ora prima della chiusura dei seggi, l’affluenza nazionale era del 46%, di gran lunga superiore a quella delle precedenti elezioni europee. Per i connazionali residenti all’estero, sono stati organizzati 441 seggi, la maggior parte in Italia, Spagna e nella confinante Moldova (a maggioranza romenofona). Tempi lunghi di attesa in fila per tutta la giornata nella stragrande maggioranza dei seggi all’estero, però le autorità di Bucarest hanno deciso che non è necessario prolungare l’orario della votazione. Stando al Ministero dell’Interno, non si sono verificati degli incidenti in grado di ledere l’ordine pubblico o il buon andamento delle elezioni. Per il rinnovo del Parlamento europeo si vota oggi anche in altri 20 stati comunitari. Le elezioni si sono già svolte in Gran Bretagna, Paesi Bassi, R.Cecca, Irlanda, Slovacchia, Lettonia e Malta.
România Internațional, 26.05.2019, 20:51
Referendum – In concomittanza con le europee, in Romania si svolge oggi anche il referendum sulla giustizia, convocato dal presidente Klaus Iohannis. Alle 20:00 locali, l’affluenze alle urne del 39% superava di gran lunga il 30% necessario alla validità. L’esito viene convalidato se le opzioni valide rappresentano almeno il 25% degli iscritti sulle liste elettorali permanenti. I romeni sono stati chiamati a pronunciarsi tramite sì o no sul divieto dell’amnistia per i reati di corruzione e al divieto dei decreti governativi adottati con la procedura d’urgenza in materia di reati, pene e organizzazione giudiziaria, con l’estensione del diritto di attaccare i rispettivi decreti direttamente alla Corte Costituzionale.