20.12.2018
Sfiducia – Il Parlamento romeno ha bocciato la seconda mozione di sfiducia inoltrata contro il governo PSD-ALDE, guidato da Viorica Dancila. Intitolata Basta! Il Governo Drangea-Dancila, la vergona della Romania! la mozione è stata inoltrata dalle opposizioni PNL, USR e PMP, nonchè da parlamentari non iscritti ad alcuna componente. L’azione dell’opposizione non ha raccolto i 233 voti necessari per rimuovere il governo. Hanno votato a favore 161 senatori e deputati. L’opposizione ha sostenuto che mantenere il gabinetto attuale equivale a un pericolo per gli interessi nazionali e per la stabilità economia e politica della Romania. I firmatari della mozione criticano le leggi sulla giustizia, rimproverando alla premier di non aver rispettato il programma di governo assunto all’inizio del mandato. In replica, la premier ha accusato le opposizioni che la loro alternativa sarebbe quella di bloccare le crescite salariali o di tagliare le pensioni. Viorica Dancila ha difeso le leggi sulla giutizia, sottolineando che sono state adottate dal Parlamento e non tramite ordinanza d’urgenza, come accaduto sotto il precedente governo tecnico.
România Internațional, 20.12.2018, 16:53
Sfiducia – Il Parlamento romeno ha bocciato la seconda mozione di sfiducia inoltrata contro il governo PSD-ALDE, guidato da Viorica Dancila. Intitolata Basta! Il Governo Drangea-Dancila, la vergona della Romania! la mozione è stata inoltrata dalle opposizioni PNL, USR e PMP, nonchè da parlamentari non iscritti ad alcuna componente. L’azione dell’opposizione non ha raccolto i 233 voti necessari per rimuovere il governo. Hanno votato a favore 161 senatori e deputati. L’opposizione ha sostenuto che mantenere il gabinetto attuale equivale a un pericolo per gli interessi nazionali e per la stabilità economia e politica della Romania. I firmatari della mozione criticano le leggi sulla giustizia, rimproverando alla premier di non aver rispettato il programma di governo assunto all’inizio del mandato. In replica, la premier ha accusato le opposizioni che la loro alternativa sarebbe quella di bloccare le crescite salariali o di tagliare le pensioni. Viorica Dancila ha difeso le leggi sulla giutizia, sottolineando che sono state adottate dal Parlamento e non tramite ordinanza d’urgenza, come accaduto sotto il precedente governo tecnico.
Borsa – La Borsa di Bucarest ha aperto oggi in leggero rialzo, dopo aver vissuto ieri una giornata nera per il mercato locale del capitale. Perdite importanti hanno registrato le azioni delle banche e le compagnie operanti nei settori energia e utilità, in seguito all’annuncio del ministro della Finanze, Eugen Teodorovici, sulle nuove misure fiscali la cui adozione è prevista entro fine anno. Si tratta, tra l’altro, della cosiddetta tassa sulla cupidigia applicabile alle banche, nonchè di provvedimenti riguardanti le compagnie energetiche – un contributo pari al 3% del fatturato, un tetto al prezzo per i gas naturali e il controllo dei prezzi sul mercato dell’elettricità. Gli ambienti economici romeni hanno tirato un segnale d’allarme sugli effetti negativi delle nuove misure, mentre il capo dello stato Iohannis ha esortato il governo a riconsiderare le sue intenzioni, di discutere e negoziare con padronati e sindacati, per adottare successivamente una variante sostenibile.
Romania – Austria – Il presidente Klaus Iohannis riceverà domani a Bucarest il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il cui Paese ricopre attualmente la Presidenza di turno del Consiglio Ue, per un passaggio di consegne simbolico, in vista del semestre romeno che comincia dal 1 gennaio 2019. Verranno affrontati temi attuali riguardanti il futuro dell’UE, il bilancio post-2020, la Brexit, le elezioni europee. Incontrando ieri gli ambasciatori degli stati UE accreditati a Bucarest, il presidente Klaus Iohannis ha dichiarato che l’obiettivo della Romania alla presidenza del Consiglio UE è il rapido avvio dei negoziati sui rapporti tra l’Unione e la Gran Bretagna, se l’Accordo di ritiro sarà ratificato dal Parlamento di Londra e approvato dagli eurodeputati. D’altra parte, il presidente ha affermato che la Romania sostiene un’Unione più forte, più vicina ai suoi cittadini e in grado di fornire sicurezza e prosperità. Il presidente ha evidenziato l’importanza della riunione informale del Consiglio Europeo che si terrà il prossimo 9 maggio a Sibiu, nel corso della quale sarà esaminata l’agenda strategica dell’UE per il periodo 2019-2024.
Giustizia – L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha deciso di sospendere l’esecuzione delle pene per ex cariche istituzionali condannate per reati di corruzione. Si tratta, tra l’altro, dellex ministro dello Sviluppo Regionale, Elena Udrea, dell’ex capo della Direzione per l’Investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo, Alina Bica, entrambe incarcerate in Costa Rica dallinizio di ottobre, dell’ex capo del Fisco, Serban Pop, o degli ex ministri e parlamentari socialdemocratici Dan Şova e Constantin Niţă. Fino alla soluzione definitiva delle contestazioni, tutti sono stati liberati. I loro legali hanno sollecitata la sospensione della pena, invocando errori nella struttura dei collegi giudicanti che hanno pronunciato le sentenze. Quest’anno, i collegi di 5 giudici sono stati creati tramite un sorteggio condotto dalla Corte Suprema per tre volte, dopo la revisione della legge sull’organizzazione giudiziaria ai sensi di una decisione della Corte Costituzionale, in seguito alle contestazioni del Governo e del leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, incolpato in un fascicolo di corruzione alla Corte d’Appello di Bucarest.
Rivoluzione – Suono delle sirene oggi a Timisoara, per ricordare il 20 dicembre 1989, quando, veniva proclamata la prima città libera dal comunismo in Romania. All’epoca, gli operai delle principali aziende, ormai in sciopero, si incamminavano verso il centro città, per schierarsi con altre decine di migliaia di abitanti della città. L’esercito si ritirava nelle caserme, le persone arrestate venivano liberate, mentre dal balcone dell’Opera venivano proclamate le rivendicazioni della popolazione. Sempre il 20 dicembre, veniva costituto il primo comitato rivoluzionario – il Fronte Democratico Romeno. I familiari di alcune vittime della repressione di Timisoara sono arrivati oggi al crematorio di Bucarest, dove sono stati bruciati i cadaveri di 44 eroi, uccisi il 17 dicembre 1989. La rivolta iniziata a Timisoara si è estesa, dal 21 dicembre, a Bucarest e nelle altre città del Paese. Più di 1000 persone sono rimaste uccise e oltre 3.000 ferite negli scontri avvenuti in quei giorni in Romania, l’unico Paese dell’est europeo in cui il cambiamento del regime è stato segnato dalla violenza.