30.10.2016
Bruxelles — L’Unione Europea e il Canada hanno firmato domenica l’Accordo Commerciale ed Economico Globale (CETA), dopo che le obiezioni sollevate dalla regione Vallonia, del Belgio, sono state finalmente risolte. L’accordo, tramite cui sono eliminate il 99% delle tasse doganali fra l’UE e Ottawa, sarà applicato provvisoriamente e parzialmente con la ratifica da parte del Parlamento Europeo e del legislativo canadese nei prossimi mesi. Firmato dopo sette anni di negoziati, l’accordo dovrà essere poi approvato da tutti i parlamenti nazionali e regionali dell’UE per diventare definitivo. Ricordiamo che anche Bucarest si è opposta all’accordo con Ottawa fino al momento in cui il Canada ha accettato l’eliminazione graduale, nel 2017, dei visti d’ingresso per i cittadini romeni. Il Governo della Romania ha salutato la decisione del Governo canadese di eliminare completamente i visti per i cittadini romeni, a cominciare dal 1 dicembre 2017, decisione che si ritrova nella dichiarazione del Vertice UE-Canada. Attualmente, i romeni e i bulgari sono gli unici cittadini dell’UE che hanno ancora bisogno di visti per viaggiare nel Canada.
România Internațional, 30.10.2016, 16:22
Bruxelles — L’Unione Europea e il Canada hanno firmato domenica l’Accordo Commerciale ed Economico Globale (CETA), dopo che le obiezioni sollevate dalla regione Vallonia, del Belgio, sono state finalmente risolte. L’accordo, tramite cui sono eliminate il 99% delle tasse doganali fra l’UE e Ottawa, sarà applicato provvisoriamente e parzialmente con la ratifica da parte del Parlamento Europeo e del legislativo canadese nei prossimi mesi. Firmato dopo sette anni di negoziati, l’accordo dovrà essere poi approvato da tutti i parlamenti nazionali e regionali dell’UE per diventare definitivo. Ricordiamo che anche Bucarest si è opposta all’accordo con Ottawa fino al momento in cui il Canada ha accettato l’eliminazione graduale, nel 2017, dei visti d’ingresso per i cittadini romeni. Il Governo della Romania ha salutato la decisione del Governo canadese di eliminare completamente i visti per i cittadini romeni, a cominciare dal 1 dicembre 2017, decisione che si ritrova nella dichiarazione del Vertice UE-Canada. Attualmente, i romeni e i bulgari sono gli unici cittadini dell’UE che hanno ancora bisogno di visti per viaggiare nel Canada.
Roma — Più persone sono rimaste ferite e numerosi edifici sono crollati in seguito al sisma con magnitudo 6,5 sulla scala Richter verificatosi domenica mattina, nel centro Italia — lo hanno reso pubblico le autorità della Penisola. L’epicentro è stato localizzato nella stessa zona in cui si è verificato anche il terremoto dello scorso agosto, in cui quasi 300 persone hanno perso la vita. Il sisma di domenica è stato seguito da varie repliche e si è sentito anche a Roma. L’Ambasciata di Romania a Roma e il Consolato Generale a Bologna continuano le pratiche presso le autorità locali per ottenere informazioni aggiornate sull’esistenza di cittadini romeni tra le vittime. L’Ambasciata di Romania a Roma e il Consolato Generale a Bologna sono pronti ad offrire assistenza consolare, in caso di necessità.
Bucarest — Migliaia di persone hanno partecipato domenica ad una marcia del silenzio nel centro di Bucarest, per commemorare le 64 vittime dell’incendio scoppiato un anno fa nel club Colectiv. Presenti davanti all’ex club, il presidente Klaus Iohannis e i rappresentanti della Casa Reale — la Principessa Margherita e il Principe Radu hanno portato un omaggio alle vittime. Il 30 ottobre 2015, nel club è scoppiato un incendio durante un concerto rock. Il bilancio del disastro è stato di 64 morti e oltre 100 feriti. Nei tribunali civili e militari tre dossier sono in corso. Sono processati i proprietari del club, quelli dell’azienda di materiali pirotecnici che ha collocato gli artifici che hanno fatto scoppiare l’incendio, l’ex sindaco del settore in cui si trovava il club, ma anche dipendenti dell’Ispettorato per le Situazioni d’Urgenza, che conoscevano le sregolatezze del club. La tragedia di un anno fa ha provocato ampie proteste in cui è stata denunciata la corruzione nell’amministrazione. In seguito alle pressioni della strada, il governo di sinistra presieduto da Victor Ponta ha rassegnato le dimissioni.
Bucarest — I sindacati del settore sanitario hanno annunciato che lunedì scenderanno in sciopero generale in tutte le strutture sanitarie della Romania. Secondo la federazione Sanitas, di cui fanno parte circa 100 mila dipendenti del settore sanitario, solo un terzo dei dipendenti assicurerà la continuità dell’attività e si occuperà principalmente delle urgenze. L’organizzazione sindacale ha precisato che l’azione di protesta è determinata dalla mancanza di interesse del governo per l’individuazione di soluzioni fattibili alle loro sollecitazioni e dall’aumento del grado di scontentezza dopo l’applicazione dell’ordinanza sulla retribuzione dei pubblici dipendenti. Dopo l’ultimo incontro tra i sindacati e le autorità, il Ministero della Sanità aveva annunciato che, in futuro, saranno presi in considerazione gli stipendi delle categorie di personale che non hanno beneficiato di aumenti salariali.
Bucarest — Il ministro delle Difesa romeno, Mihnea Motoc, parteciperà, lunedì, a Londra, alla Conferenza multinazionale nel settore della difesa contro i misssili balistici. L’evento è organizzato dall’Istituto Americano di Aeronautica e Astronautica e dall’Agenzia per la Difesa Antimissile del Dipartimento della Difesa degli USA. In veste di invitato speciale, il ministro Motoc presenterà la visione della Romania sulla difesa contro i missili balistici, come Paese ospite per il sistema antimissile Aegis Ashore degli USA a Deveselu (sud). Il ministro romeno riceverà, a nome del Ministero della Difesa Nazionale, il premio “David R. Israel” per i risultati notevoli nel campo della difesa antimissile e come riconoscimento degli sforzi e dell’impegno della Romania nel rendere operativa la base di Deveselu. In margine alla conferenza, Mihnea Motoc s’incontrerà con il viceammiraglio James D. Syring, il direttore dell’Agenzia per la Difesa Antimissile.
Chisinau — In Moldova, stato ex-sovietico, a maggioranza romenofona, domenica si svolge il primo turno delle presidenziali. Più di 3 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per eleggere tramite voto diretto il presidente, dopo 16 anni in cui il presidente è stato designato dal Parlamento. Stando agli analisti, lo scrutinio ha una posta in gioco fondamentale per l’orientamento geopolitico della repubblica, nel contesto in cui il leader socialista pro-russo Igor Dodon risulta favorito in tutti i sondaggi. Il suo principale controcandidato è l’ex ministro riformatore dell’Istruzione, Maia Sandu, che sostiene la riforma dello stato e l’integrazione europea e che gode anche del sostegno di altri candidati pro-occidentali, che si sono ritirati dalla corsa elettorale. (tr. G.P.)