26.07.2016
Bucarest — Il Consiglio Supremo di Difesa si è riunito, oggi, a Bucarest, per analizzare le conseguenze per la Romania delle decisioni prese al recente vertice Nato in Polonia, dell’8-9 luglio. Allo stesso tempo, sono state decise le misure e le azioni da intraprendere per l’implementazione delle decisioni adottate. Il presidente Klaus Iohannis ha annunciato, al termine della seduta del Consiglio Supremo, che la brigata multinazionale decisa al vertice NATO di Varsavia sarà costituita a marzo-aprile 2017, secondo i piani della Romania, almeno sei alleati mostrandosi interessati a parteciparvi, tra cui Polonia e Bulgaria. Il capo dello stato ha annunciato che nella seduta del Consiglio Supremo è stata presentata una valutazione dello stato di sicurezza del Paese dalla prospettiva dei rischi e delle minacce terroristiche, nel contesto della molteplicazione degli attentati in Europa, come gli eventi tragici in Francia e Germania. Stando a Iohannis, in Romania non esistono, attualmente, motivi per aumentare il livello di allerta terroristica. Sull’agenda della riunione anche la situazione in Turchia e nel Medio Oriente, ma anche il via libera al ddl sull’integrazione del sistema ferroviario romeno nello spazio ferroviario unico europeo.
România Internațional, 26.07.2016, 16:21
Bucarest — Il Consiglio Supremo di Difesa si è riunito, oggi, a Bucarest, per analizzare le conseguenze per la Romania delle decisioni prese al recente vertice Nato in Polonia, dell’8-9 luglio. Allo stesso tempo, sono state decise le misure e le azioni da intraprendere per l’implementazione delle decisioni adottate. Il presidente Klaus Iohannis ha annunciato, al termine della seduta del Consiglio Supremo, che la brigata multinazionale decisa al vertice NATO di Varsavia sarà costituita a marzo-aprile 2017, secondo i piani della Romania, almeno sei alleati mostrandosi interessati a parteciparvi, tra cui Polonia e Bulgaria. Il capo dello stato ha annunciato che nella seduta del Consiglio Supremo è stata presentata una valutazione dello stato di sicurezza del Paese dalla prospettiva dei rischi e delle minacce terroristiche, nel contesto della molteplicazione degli attentati in Europa, come gli eventi tragici in Francia e Germania. Stando a Iohannis, in Romania non esistono, attualmente, motivi per aumentare il livello di allerta terroristica. Sull’agenda della riunione anche la situazione in Turchia e nel Medio Oriente, ma anche il via libera al ddl sull’integrazione del sistema ferroviario romeno nello spazio ferroviario unico europeo.
Bucarest — Più di 2.700 militari di 10 Paesi parteciperanno dal 27 luglio al 7 agosto, a Cincu (nel centro della Romania), ad un’ampia esercitazione. Vi saranno rappresentati cinque Paesi membri NATO — Romania, USA, Canada, Polonia e Bulgaria – e cinque stati del Partenariato per la Pace – Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova e Ucraina. Alla cerimonia di apertura parteciperà anche il ministro della Difesa romeno, Mihnea Motoc.
Parigi — ll presidente francese, Francois Hollande, ha annunciato che l’attacco di oggi in una chiesa nel nord del Paese è stato compiuto da due terroristi che hanno dichiarato la loro appartenenza al gruppo jihadista Stato Islamico. Hollande ha definito l’incidente un infame attentato terroristico e ha dato asssicurazioni che la Francia continuerà la guerra, con tutti i mezzi, contro l’ISIS. Un sacerdote è stato ucciso, oggi, e gli autori dell’attacco “neutralizzati” dalle forze dell’ordine. L’attacco, condannato anche dal Vaticano, è avvenuto a meno di due settimane da quello a Nizza, rivendicato dall’ISIS, in cui sono morte 84 persone.
XXX – Russia e Turchia normalizzeranno gradualmente le loro relazioni economiche e commerciali intaccate dall’abbattimento dell’aereo russo dai turchi lo scorso novembre. Lo ha detto, oggi, il vicepremier russo, Arkady Dvorkovich, in un incontro con il suo collega di Ankara, Mehmet Simsek. I due esponenti hanno annunciato che il presidente russo, Vladimir Putin, si incontrerà con il presidente turco Tayyip Recep Erdogan all’inizio di agosto. La Turchia, invece, continua la disputa con l’Ue. Il presidente Erdogan accusa gli europei di essere ipocriti e di non rispettare le loro promesse. Il leader di Ankara afferma che l’Ue non ha inviato niente dei quasi 6 miliardi di euro con cui si è impegnata a sostenere la Turchia come parte del controverso accordo firmato per fermare la crisi dei rifugiati. D’altra parte, due generali turchi, comandanti di forze distaccate in Afghanistan, sono stati fermati dalle autorità a Dubai, in seguito al colpo di stato fallito in Turchia, del 15 luglio. Il Governo di Ankara ha sospeso, destituito, arrestato o messo sotto inchiesta oltre 60 mila soldati, poliziotti, giudici, insegnanti, funzionari pubblici e altre categorie professionali, subito dopo il fallimento del putsch.