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17.09.2015

Bucarest — La situazione è sempre più problematica per il premier, il Governo e il Partito Socialdemocratico, e l’immagine della Romania ha molto da soffrire. Lo ha dichiarato oggi il presidente Klaus Iohannis, dopo il rinvio a giudizio del capo socialdemocratico dell’Esecutivo, Victor Ponta. Il presidente Iohannis, ma anche politici e partiti dell’opposizione hanno chiesto le sue dimissioni. Victor Ponta e un suo collega di partito, il senatore Dan Şova, sono accusati di corruzione. Il 5 giugno, i procuratori hanno annunciato che Ponta è sotto inchiesta penale per falsità nei documenti, concorso in evasione fiscale e riciclaggio di denaro in un dossier sulle compagnie energetiche Turceni e Rovinari (sud), relativo alla firma di contratti di assistenza giuridica. I procuratori hanno inoltre notato che si impone la continuazione dell’inchiesta penale nei confronti di Ponta anche per conflitto di interessi in merito al suo incarico di primo-ministro. Nello stesso dossier, l’ex ministro dei Trasporti nel governo Ponta, Dan Şova, è sotto inchiesta penale per concorso in abuso d’ufficio. Lui è accusato di aver incassato centinaia di migliaia di euro per intese che hanno recato allo stato danni di oltre 16 milioni di euro. Ponta, che è il primo premier della Romania anticomunista ad essere messo sotto inchiesta penale durante il mandato, ha smentito le accuse dei procuratori e le richieste di dimettersi.

17.09.2015
17.09.2015

, 17.09.2015, 17:01



Bucarest — Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha dichiarato oggi alla fine del Consiglio Supremo di Difesa che al prossimo Consiglio europeo Giustizia e Affari Interni sul tema della migrazione, il ministro dell’Interno Gabriel Oprea avrà un mandato ” molto simile” a quello avuto alla recente riunione di lunedì. La Romania — ha ricordato il capo dello stato — è solidale con gli altri stati membri dell’UE, ma non può considerare le quote obbligatorie di profughi da accogliere una soluzione al problema della migrazione. Klaus Iohannis ha ribadito l’impegno di Bucarest ad accogliere 1.785 profughi, anche se la CE vorrebbe che la Romania ne ospitasse tre volte di più. Se tuttavia, l’UE costringerà Bucarest ad accettare più persone delle sue possibilità, il Consiglio Supremo di Difesa ha analizzato la variante di utilizzare fondi europei per ampliare la capacità di accoglienza dei migranti. Sull’ordine del giorno del Consiglio Supremo di Difesa sono stati menzionati anche argomenti relativi all’implementazione della Strategia Nazionale di Difesa, la presenza romena nella NATO e nelle forze per il mantenimento della pace organizzate sotto l’egida dell’ONU.



Bucarest — La posizione del Governo di Bucarest in merito al trattamento applicato dalle autorità dell’Ungheria confinante è in accordo con le posizioni espresse dagli stati e dalle istituzioni dell’Unione Europea, ma anche di altre organizzazioni internazionali. Lo rileva un comunicato reso pubblico oggi. L’esecutivo romeno ribadisce la posizione secondo cui la costruzione di un recinto al confine dell’Ungheria con i Paesi confinanti, che blocchi il flusso di immigrati, non è conforme alle norme europee. Il governo romeno ritiene fondamentale il rispetto di tali norme come anche dei diritti dell’uomo. La Romania non è per il momento presa di mira dal flusso di rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che vogliono arrivare in Paesi dell’Europa Occidentale. Potrebbe però diventare un Paese di transito dopo che l’Ungheria ha fatto costruire recinzioni al confine con la Serbia. Già, per questo motivo, migliaia di persone decise a continuare il loro viaggio sono arrivate oggi in Croazia. A Bruxelles, il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha annunciato di aver convocato un vertice straordinario dei capi di stato e di governo mercoledì, 23 settembre. Sollecitato da Germania ed Austria, il vertice avrà luogo prima di una nuova riunione di ministri dell’interno dell’UE.



Bucarest — La Romania ha ancora da pagare ai finanziatori internazionali, entro il 2023, più di 4,8 miliardi di euro del prestito stand-by firmato nel 2009, informa il Ministero delle Finanze Pubbliche. Il debito al FMI è stato pagato e ci sono ancora da rimborsare più di 4,8 miliardi di euro alla Banca Mondiale e alla Commissione Europea. Nel 2009, Bucarest ha firmato un accordo di prestito stand-by per 24 mesi per un valore di 12,95 miliardi di euro con il FMI, parte di una cifra totale di 19,95 miliardi concessa dal FMI, dall’UE e dalla BM. Tramite questo accordo, la Romania ha ricevuto sette sulle otto tranche previste, l’ottava essendo considerata di tipo preventivo, in seguito alla richiesta delle autorità romene, per cui non è stata più utilizzata. Di recente, il premier Victor Ponta ha annunciato che attualmente, la Romania non ha più bisogno di crediti dal FMI e dalla CE, però ha menzionato che in un periodo travagliato per la regione e per l’Europa, gli accordi con queste istituzioni sono una buona cosa. D’altra parte, una delegazione della Banca Mondiale si trova a Bucarest, nel contesto in cui questo mese scade l’ultimo accordo firmato dalla Romania con i finanziatori internazionali.



Bucarest — Il diplomatico americano Hans Klemm ha prestato oggi il giuramento in veste di ambasciatore degli USA in Romania, nell’ambito di una cerimonia presso la sede del Dipartimento di Stato, alla presenza del segretario di stato americano, John Kerry. Secondo l’Ambasciata di Romania negli Stati Uniti, nel suo discorso John Kerry ha presentato la Romania come un alleato di fiducia degli USA, sottolineando gli eccellenti rapporti tra i due stati e la cooperazione nella promozione della stabilità a livello regionale e globale. Inoltre, il segretario di stato ha salutato gli sforzi della Romania di lotta alla corruzione, menzionando che Bucarest rappresenta un esempio in questo settore. Dal canto suo, Hans G. Klemm ha precisato che, durante il suo mandato, punterà sullo sviluppo dei rapporti economici romeno-americani e che una delle sue priorità sarà quella di offrire assistenza nel campo della lotta alla corruzione in Romania.



Bucarest — Il Ministro della Difesa romeno, Mircea Duşa, e il capo dello Stato Maggiore Generale, il tenente generale Nicolae Ciucă, hanno partecipato oggi alle attività organizzate nell’ambito dell’esercitazione militare HISTRIA 15. Circa 7.000 dipendenti delle istituzioni del sistema difesa, ordine pubblico e sicurezza nazionale partecipano, dal 7 al 18 settembre, all’esercitazione che mira all’addestramento delle strutture di direzione ed esecuzione a livello nazionale per la pianificazione e l’esecuzione di missioni. Anche ad Arad (ovest della Romania), circa 500 militari romeni svolgono, assieme a militari americani, dispiegati in Europa, dal 14 al 19 settembre, un’esercitazione militare – Platinum Lynx 15.2. (traduzione di Gabriela Petre)




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