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30.01.2015


30.01.2015
30.01.2015

, 30.01.2015, 16:20



Bruxelles — La Romania sostiene nuove sanzioni contro la Russia e i separatisti nell’est dell’Ucraina, in assenza di progressi sul campo e nelle formule di negoziazione. Lo ha reso noto Bogdan Aurescu, il ministro romeno degli Esteri. Aurescu ha partecipato alla riunione dei ministri europei degli Esteri di Bruxelles, dove è stato deciso il prolungamento, fino a settembre, delle attuali sanzioni contro Mosca e l’estensione della lista di cittadini ucraini e russi con divieto d’ingresso nello spazio comunitario. D’altra parte, decine di persone, in maggioranza civili, hanno perso la vita, ieri ed oggi, negli scontri tra le forze governative e i ribelli pro-russi in Ucraina. Oltre 5 mila persone sono morte dall’inizio del conflitto, ad aprile 2014.



Bucarest — Il ministro romeno della Difesa, Mircea Dusa, e la collega tedesca, Ursula von der Leyen, hanno avuto, oggi, un colloquio telefonico, stando ad un comunicato del Ministero della Difesa di Bucarest. Al centro dell’agenda la situazione di sicurezza sul fianco est della Nato, nel contesto del conflitto armato nella confinante Ucraina, e la riunione ministeriale dell’Alleanza programmata per la prossima settimana, a Bruxelles. I due ministri hanno sottolineato l’importanza del dialogo politico e militare ai vertici tra Bucarest e Berlino, si precisa nel comunicato del dicastero.



Bruxelles — La Romania è uno dei sei Paesi dell’Est europeo in cui la NATO dispiegherà unità di piccole dimensioni. Lo ha reso noto oggi l’Alleanza Nord-Atlantica. Il Segretario generale, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che le unità, che saranno dispiegate anche in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Bulgaria, avranno un ruolo chiave, perché faranno da tramite fra le forze nazionali e le truppe NATO. I Paesi che offriranno qualche mila militari che verranno addestrati e dislocati sul fianco est dell’Alleanza saranno annunciati la prossima settimana, ha precisato ancora Stoltenberg. La NATO aveva deciso di creare una forza di rapido intervento nell’Est dell’Europa in risposta alle azioni della Russia in Ucraina.



Bucarest — Il governatore della Banca Centrale romena, Mugur Isarescu, ha dichiarato, oggi, che dopo i colloqui con le banche commerciali, la Banca Centrale accetta la conversione dei crediti in franchi svizzeri in moneta nazionale all’attuale tasso di cambio. La Banca Centrale propone, allo stesso tempo, che si continui con soluzioni individuali, anzichè una generale. Le dichiarazioni giungono nel contesto del dibattito intorno allapprezzamento storico del franco svizzero dopo la decisione del 15 gennaio della Banca Centrale Svizzera di eliminare il tetto minimo del tasso di cambio euro-franco. La misura ha determinato l’apprezzamento del franco rispetto all’euro, ma anche del leu romeno. Circa 75 mila romeni con crediti in franchi svizzeri sono colpiti dal forte apprezzamento di questa moneta.



Bruxelles — Il tasso annuo dell’inflazione nell’Eurolandia è continuato a calare a gennaio, arrivando a meno lo 0,6% da meno lo 0,2% dello scorso dicembre. Lo rileva una stima preliminare di oggi dell’Eurostat. Il principale elemento responsabile del calo è stato il ribasso dei prezzi dell’energia. È il secondo mese consecutivo di calo dell’inflazione nell’Eurozona dopo ottobre 2009. A dicmebre 2014, la Romania è stata, per il quarto mese consecutivo, il Paese con il più alto tasso annuo dell’inflazione nell’Ue (l’1%). Stando alle stime della Banca Centrale Europea, il tasso inflazionistico si attesterà nel 2015 allo 0,7% e nel 2016 all’1,3%, di molto sotto il target del 2%. Per evitare il rischio di un spiraglio deflazionistico, la Banca Centrale Europea ha adottato un set di misure di rilasamento quantitativo per un valore di 1.100 miliarde di euro.



Bucarest — Il ministro romeno dell’Economia, Mihai Tudose, è atteso, oggi, a Suceava (nel nord-est della Romania) per colloqui con i minatori dello Sfruttamento di uranio. I quasi 300 dipendenti, che sono scesi in piazza negli ultimi tre giorni, chiedono salari maggiori alla luce del rischio di esposizione a radiazioni. D’altra parte, i minatori degli sfruttamenti di carbone della provincia di Gorj (nel sud-ovest della Romania) annunciano che continueranno di scendere in piazza finoaquando sarà raggiunta un’intesa con l’amministrazione. Essi hanno protestato, ieri, per il secondo giorni consecutivo, chiedendo le dimissioni della direzione della compagnia energetica, che avrebbe portato la società vicina al fallimento. Negli ultimi due anni, i minatori hanno perso il 23% dei redditi da salari e, su proposta della direzione, questi dovrebbero ancora calare. I negoziati sul nuovo contratto collettivo di lavoro sono stati sospesi fino a lunedi’.


(traduzione di Adina Vasile)

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