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Le notizie del 05.12.2013

Chisinau — La Corte Costituzionale della Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona) ha riconosciuto oggi la lingua romena come lingua ufficiale, stabilendo che il testo della Dichiarazione di Indipendenza della Moldova del 1991, che prevede come lingua di stato il romeno, prevale sui provvedimenti della Costituzione adottata nel 1994, secondo la quale la lingua di stato è quella moldava”. Il sintagma lingua moldava è stato promosso dal regime sovietico e, dopo lo scioglimento dell’URSS, dai sostenitori della causa del moldovenismo. A Bucarest, il presidente Traian Basescu ha definito la decisione della Corte Costituzionale di Chisinau un atto di giustizia nei confronti della storia, che pone fine ai tentativi di mistificazione di alcune verità culturali e storiche. Anche il premier Victor Ponta ha salutato la decisione, definendola una storica.

Le notizie del 05.12.2013
Le notizie del 05.12.2013

, 05.12.2013, 15:33



Bruxelles — La Romania e la Bulgaria hanno presentato oggi al Consiglio Giustizia e Affari Interni una dichiarazione politica in cui esprimono la delusione per l’impossibilità della presa di una decisione in merito all’adesione a Schengen e sostengono che non c’è alcun motivo giuridico o concreto per un nuovo rinvio. Secondo un comunicato del MAE di Bucarest, la Romania e la Bulgaria hanno ribadito di aver adempiuto a tutti i criteri dell’acquis Schengen, fatto riconosciuto da tutti gli stati membri e stipulato più volte nelle Conclusioni del Consiglio e del Consiglio Europeo, ma anche nelle risoluzioni del Parlamento Europeo in merito. Prevista per il marzo 2011, l’adesione dei due stati membri UE allo spazio di libera circolazione è stata rinviata ripetutamente a causa dell’opposizione di alcuni stati membri, che hanno criticato la corruzione di Bucarest e la mancanza di azioni concrete di contrasto alla criminalità organizzata a Sofia. Riunitisi per due giorni a Bruxelles, i ministri degli interni discutono al Consiglio Giustizia e Affari Interni anche della lotta al terrorismo e della libera circolazione delle persone. La Romania è rappresentata dal ministro dell’Interno, Radu Stroe.



Bucarest — Dal 1 gennaio, con la piena apertura del mercato del lavoro nell’UE, non ci sarà un flusso di romeni negli stati comunitari. Lo ha dichiarato il premier romeno Victor Ponta in un’intervista a Euronews, spiegando che la Romania offre sufficienti opportunità, migliori rispetto ad altri Paesi occidentali dell’UE, generate dalla crescita economica e dal basso tasso della disoccupazione. D’altra parte, il ministro dell’Interno britannico, Theresa May, ha annunciato che Londra intende cambiare le regole della libera circolazione delle persone nell’UE, in vista della fine della moratoria per i romeni e i bulgari dal 1 gennaio 2014. La May ha detto che presenterà la proposta al Consiglio Giustizia ed Affari Interni di Bruxelles.



Amsterdam — Il Parlamento olandese si è pronunciato ad ampia maggioranza contro il prolungamento della moratoria per i lavoratori romeni e bulgari dopo il 1 gennaio, nonostante l’ostilità del pubblico. Le restrizioni saranno eliminate da gennaio, ma il periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza aumenta da cinque a sette anni. L’Olanda è stato uno dei dieci stati UE che hanno annunciato nel 2012 di mantenere le restrizioni sui propri mercati del lavoro per i cittadini di Bulgaria e Romania, Paesi entrati a far parte dell’UE nel 2007. Secondo i sondaggi demoscopici, gli olandesi vorrebbero una proroga della moratoria fino al 2019.



Kiev — Al vertice dell’OSCE che si svolge a Kiev, il capo della diplomazia romena, Titus Corlăţean, ha espresso la preoccupazione di Bucarest in merito all’uso della forza contro i manifestanti in Ucraina, dichiarando che la Romania esorta all’intensificazione degli sforzi in vista dell’individuazione di una soluzione pacifica, politica, tramite il dialogo fra le parti. Il ministro romeno degli esteri ha inoltre espresso la sua convinzione che il futuro dell’Ucraina confinante e amica della Romania è in un forte rapporto con l’UE. Quasi tutti i capi delle diplomazie occidentali hanno sostenuto l’intergazione europea dell’Ucraina, hanno condannato le violenze contro i manifestanti ed hanno chiesto che siano osservati i diritti umani. Le proteste a Kiev, le maggiori dalla Rivoluzione arancione, sono state generate dal rifiuto del presidente Ianukovici di firmare l’accordo di associazione all’UE. Centinaia di persone sono rimaste ferite negli ultimi giorni, in seguito all’intervento brutale delle forze dell’ordine.



Chisinau — Il presidente del Senato romeno, Crin Antonescu, ha ribadito a Chisinau il sostegno di Bucarest al percorso europeo della Moldova. Antonescu ha incontrato il capo dello stato, Nicolae Timofti, e il premier Iurie Leanca. La sua visita fa seguito alla sigla dell’Accordo di associazione della Moldova all’UE. D’altra parte, l’opposizione comunista filo-russa del Parlamento di Chisinau ha inoltrato una mozione di sfiducia contro il governo filo-occidentale, accusandolo di tradimento degli interessi dello stato, tramite la sigla dell’Accordo di associazione. I comunisti accusano il governo di aver negoziato in segreto e senza l’accordo del Parlamento.



Londra — Il ministro dell’Ambiente romeno, Rovana Plumb, e il Principe Carlo di Galles hanno parlato a Londra dell’avvio di un progetto-pilota per la costruzione di alcune stazioni di epurazione, ecologiche al 100%, in dieci villaggi della Transilvania (centro della Romania), di cui beneficerebbero più di 8.500 abitanti. I progetti saranno realizzati sul modello di una stazione implementata a Viscri, un villaggio in Transilvania dove l’erede della corona britannica ha una casa. Rovana Plumb e il principe Carlo hanno discusso anche di altri progetti lanciati in Transilvania dal Ministero dell’Ambiente romeno e dalla Fondazione presieduta dal principe, e dello sviluppo di alcuni progetti di agricoltura biologica, volti a stimolare e ad aiutare i piccoli farmer romeni. D’altra parte, il ministro Rovana Plumb e il segretario di stato all’Energia e ai Mutamenti climatici, Edward Davey, hanno firmato a Londra una dichiarazione congiunta relativa alla “crescita verde”.



Bucarest — I trasportatori stradali romeni scenderanno in sciopero dal 9 dicembre, perché il Ministero dei Trasporti non avrebbe rispettato i propri impegni di migliorare la legislazione. Lo ha annunciato la Confederazione Nazionale Stradale. I trasportatori lamentano inoltre la misura del Governo di aumentare le accise sui carburanti di 7 centesimi che, accanto all’IVA, porterà anche ricari dei prezzi.


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